Dopo la loro previsione nel 1935, la ricerca sembrava puntare verso il no: Ma un nuovo lavoro suggerisce come potrebbero formarsi ed il processo potrebbe essere più semplice di quanto i fisici abbiano previsto finora.
L'idea di questi cunicoli spazio-temporali è merito dei fisici Albert Einstein e Nathan Rosen. Essi scoprirono che, almeno in teoria, un buco nero potrebbe funzionare come un ponte che collega due porzioni di spazio. Studi successivi ampliarono il concetto ma rimasero due grandi questioni irrisolte per la formazione di wormhole facilmente individuabili e utilizzabili dall'uomo: fragilità e piccolezza. Nel primo caso, per la relatività generale, l'attrazione gravitazionale di qualsiasi materia normale che passa attraverso un wormhole agisce per chiudere il tunnel. La realizzazione di un cunicolo stabile richiederebbe una sorta di ingrediente extra atipico che agisca per mantenere aperto il passaggio, che i ricercatori chiamano "materia esotica". In secondo luogo, la fisica che conosciamo ha prodotto solo piccoli wormhole. Un wormhole più grande sembra richiedere un processo o un tipo di materia insolita. "Questa è la delicatezza", ha affermato Brianna Grado-White, fisica e ricercatrice di wormhole presso la Brandeis University.
La svolta è avvenuta nel 2017 quando i fisici Ping Gao e Daniel Jafferis, entrambi allora all'Università di Harvard, e Aron Wall, Institute for Advanced Study di Princeton, hanno scoperto un modo per aprire i wormhole con l'entanglement quantistico, una sorta di connessione a lunga distanza tra entità quantistiche. La peculiare natura dell'entanglement consente di fornire l'ingrediente esotico necessario per la stabilità del wormhole. E poiché l'entanglement è una caratteristica standard della fisica quantistica, è relativamente facile da creare. "È davvero una bellissima idea teorica", ha commentato Nabil Iqbal, fisico della Durham University in Inghilterra, non coinvolto nella ricerca. Sebbene il metodo aiuti a stabilizzare i wormhole, può comunque fornire solo passaggi microscopici. Ma questo nuovo approccio ha ispirato un flusso di lavoro che utilizza il trucco dell'entanglement con diversi tipi di materia nella speranza di cunicoli più grandi e più duraturi.
Iqbal ed il collega Simon Ross della Durham University hanno provato a produrre un grande wormhole con il metodo Gao-Jafferis-Wall. "Abbiamo pensato che sarebbe stato interessante, da un punto di vista fantascientifico, spingere i limiti e vedere se questa cosa potesse esistere", ha deto Iqbal. Il loro lavoro ha mostrato che speciali disturbi all'interno dei campi magnetici che circondano un buco nero potrebbero, in teoria, generare wormhole stabili. Ma, sfortunatamente, ancora solo microscopici e Iqbal stesso afferma che è altamente improbabile che la situazione si verifichi nella realtà.
Lo studio, però, mette in luce un aspetto importante nella costruzione del wormhole: trovare un processo realistico che non richieda qualcosa di aggiuntivo oltre i limiti della fisica classica.
Ed ora la ricerca continua. Ancora non siamo in grado di produrre wormhole di dimensioni umane ma stiamo facendo progressi. "Stiamo imparando che possiamo, in effetti, costruire wormhole che rimangono aperti usando semplici effetti quantistici", ha detto Grado-White. "Per molto tempo, abbiamo pensato che queste cose non fossero possibili, ma ora sappiamo che lo sono".