Nel 2016, è stato individuato il primo pianeta roccioso nella fascia abitabile di Proxima Centauri, Proxima b. Questa stella è la più vicina al Sole: dista soli 4,2 anni luce dalla Terra. Fa parte del sistema triplo Alfa Centauri, che si trova complessivamente a circa 4,37 anni luce da noi, nella costellazione australe del Centauro. Lo scorso anno è stato scoperto un secondo pianeta Proxima c, più grande del primo e 5-6 volte più lontano dalla stella rispetto a Proxima b, con un periodo di rivoluzione di 5 anni.

C'è un considerevole dibattito sulla vera abitabilità di Proxima b, dato che la sua stella madre è una nana rossa. Queste stelle, le più comuni nella Via Lattea, sono piccole e relativamente fredde. Pertanto, le loro zone abitabili si trovano molto vicine, così vicine tanto che i pianeti che vi risiedono tendono ad essere bloccati in modo da mostrare sempre la stessa faccia alla stella ospite (come fa la Luna con la Terra). Inoltre sono note per emettere brillamenti molto energetici ed un'intensa radiazione ultravioletta.

Le altre due stelle del trio, tuttavia, sono simili al Sole: una coppia chiamata Alfa Centauri A e B, che insieme forma un binario in orbita attorno allo stesso centro di massa.
Secondo una recente ricerca pubblicata su Nature CommunicationsAlfa Centauri A potrebbe ospitare un pianeta nella sua zona abitabile. La ricerca presenta i risultati del Near Earths in the Alpha Cen Region (NEAR), un progetto da 3 milioni di dollari guidato dall'European Southern Observatory (ESO) e Breakthrough Watch, un programma che va a caccia di mondi potenzialmente simili alla Terra attorno alle stelle vicine.

 

Il candidato

Indipendentemente dal metodo di rilevamento, è molto più facile trovare pianeti extrasolari giganti che rocciosi. Ma i pianeti più grandi sono solo un ago nel pagliaio.
Trovare mondi rocciosi simili alla Terra è abbastanza difficile ed ogni anno si guarda al futuro, in attesa di nuovi strumenti e nuovi telescopi sempre più potenti e sempre più tecnologici o, addirittura, di eventi cosmici fortuiti. Ma ora, grazie ad una nuova tecnica, potremmo aver individuato un pianeta sub-nettuniano o super-terrestre in orbita attorno ad Alfa Centauri A.

NEAR ha cercato pianeti nelle zone abitabili di Alfa Centauri A e B utilizzando il Very Large Telescope (VLT) dell'ESO in Cile. Il team NEAR ha aggiornato il VLT con diverse nuove tecnologie, tra cui un coronografo termico, uno strumento progettato per bloccare la luce di una stella e consentire l'individuazione delle firme di calore dei pianeti in orbita.

Questa nuova scoperta è stata il risultato di 100 ore di osservazioni cumulative con NEAR e VLT. "Questi risultati", scrivono gli autori, "dimostrano la fattibilità dell'imaging di esopianeti rocciosi in zone abitabili con i telescopi attuali e futuri".

Il ciclo di messa in servizio di 100 ore aveva lo scopo di dimostrare la potenza dello strumento. Il team afferma che "sulla base del 75-80% delle immagini della migliore qualità risultate dalle 100 ore di osservazioni cumulative, qui si dimostra la sensibilità [dello strumento] ai pianeti caldi di dimensioni sub-nettuniane nella zona abitabile di α Centauri A. E questo è un ordine di grandezza più sensibile rispetto ai limiti di massa nell''imaging di esopianeti".

Dopo aver analizzato i dati raccolti da NEAR tra maggio e giugno 2019, gli scienziati hanno notato un'impronta termica nella zona abitabile di Alfa Centauri A. Il segnale potenziale corrisponde a un mondo di approssimativamente delle dimensioni di Nettuno, in orbita tra 1 e 2 Unità Astronomiche (UA) dalla stella. Ma quel pianeta per ora, non è ancora stato confermato.
Il team stesso ci va cauto: "Siamo rimasti sbalorditi di trovare un segnale nei nostri dati. Sebbene il rilevamento soddisfi tutti i criteri per l'aspetto di un pianeta, potrebbero esserci spiegazioni alternative, come la polvere in orbita all'interno della zona abitabile o semplicemente un artefatto strumentale di origine sconosciuta", ha detto in una dichiarazione l'autore principale dello studio Kevin Wagner, del Hubble Fellowship Program della NASA presso l'Università dell'Arizona. "La verifica potrebbe richiedere del tempo ed il coinvolgimento e l'ingegnosità della più ampia comunità scientifica", ha aggiunto.

Il coautore dello studio Pete Klupar spera che questi risultati ispirino gli astronomi ad approfondire maggiormente il sistema Alfa Centauri e ad esaminare più attentamente i dati di archivio, i quali potrebbero contenere prove non ancora riconosciute: "Ora che abbiamo il suggerimento, forse possiamo trovare qualcosa", ha detto. E, se il mondo di Alfa Centauri A esiste davvero, potrebbe non essere solo. "Nella mia mente, la cosa più eccitante di questo è che, una volta trovato un pianeta, tendiamo a trovarne altri", ha aggiunto..

Se C1, così si chiama il candidato, verrà confermato, il team diventerà il primo ad aver rilevato un pianeta simile alla Terra mediante imaging diretto.
Tuttavia, anche se l'esopianeta si rivelasse un miraggio, il lavoro di NEAR non sarà stato vano: questa scoperta non riguarda tanto C1 in sé ma la tecnologia sviluppata per rilevarlo.
"La nuova capacità che abbiamo dimostrato con NEAR di visualizzare direttamente i pianeti nelle zone abitabili vicine, è fonte di ispirazione per ulteriori sviluppi della scienza degli esopianeti e dell'astrobiologia", ha commentato Wagner.