L'asteroide Apophis, noto anche come 99942 o 2004 MN4,  è una vecchia conoscenza, probabilmente il potenziale impattatore più celebre in assoluto. Scoperto nel 2004, a dicembre di quell'anno raggiunse il livello 4 sulla scala di Torino, caso unico fino ad oggi. La pericolosità derivava dalle stime iniziali sul possibile impatto nel 2029, con una probabilità dell'1,6%. Le successive misure, però, mostrarono in maniera sempre più chiara che quello del 2029 sarebbe stato solo un passaggio estremamente ravvicinato, all'interno della distanza geostazionaria ma senza pericolo di impatto. Anche un possibile evento successivo, previsto per il 2036, venne escluso ma rimase la previsione di possibili residui impatti a partire dal 2060; il più insidioso di questi cade nel 2068, anche se con una probabilità molto bassa, almeno fino ad alcuni giorni fa.

 Per l'esattezza, secondo le stime tuttora riportate sul sito CNEOS della NASA ed elaborate qualche anno fa, per l'evento nell'aprile 2068 la probabilità di impatto è di 6,7 ppm (parti per milione) ovvero una possibilità su 150000. Il sito ESA/NEODyS fornisce due possibili eventi nel 2068, il 12 aprile e il 15 ottobre, con probabilità di 1,88 e 0,24 ppm rispettivamente; sommandole, si ricava una possibilità su 470000, decisamente più bassa di quella americana. Riguardo al passaggio ravvicinato del 2029, di importanza cruciale per la successiva evoluzione dell'orbita, JPL fornisce una distanza minima di 37720±700 km dal geocentro mentre NEODyS indica un valore più alto e molto più preciso, 38312 km con una incertezza inferiore a una decina di km.

 Apophis rotatingframe

Traiettoria di Apophis nell'arco di 36 anni, in un sistema di riferimento centrato sul Sole ma solidale con il moto della Terra. Il passaggio estremamente ravvicinato del 2029 è ingrandito nei due inserti a destra. - Credits: A.Testa/Sormano Astronomical Observatory - Processing: Marco Di Lorenzo

 L'orbita dell'oggetto è nota con precisione elevatissima, grazie a osservazioni ottiche effettuate su un arco di quasi 11 anni e anche alcune osservazioni radar del 2013; basti dire che il semiasse maggiore è stato misurato con una incertezza inferiore ai 10 metri! Tuttavia, finora non era stato possibile rivelare in maniera chiara gli effetti di natura non-gravitazionale legati alla pressione di radiazione, prodotta dalla emissione termica infrarossa da parte dell'asteroide scaldato dal Sole. Per quanto piccolo sia questo effetto, la sua spinta prolungata nel tempo può modificare l'orbita quel tanto che basta a stravolgere le previsioni di impatto a mezzo secolo da oggi.

 L'entità di questa perturbazione non gravitazionale, detta effetto Yarkovsky, era già stata dedotta nel 2015 da D. Vokrouhlický (Charles University. Prague) ed anche le stime fatte nel 2016/17 da NASA/JPL consideravano una minuscola accelerazione non gravitazionale in senso trasversale (A2=-5,6±2,2 ua/giorno2).  Adesso, grazie a nuove osservazioni fatte dall'astronomo David Tholen dell'Istituto di Astronomia (IfA) dell'Università delle Hawaii e da suoi collaboratori, è stato possibile valutare con maggiore precisione questa spinta. "Sappiamo da tempo che un impatto con la Terra non è possibile durante l'incontro ravvicinato del 2029", ha detto Tholen, che ha seguito con precisione il movimento di Apophis nel cielo da quando il suo team lo ha scoperto nel 2004. "Le nuove osservazioni che abbiamo ottenuto con il telescopio Subaru all'inizio di quest'anno sono state abbastanza precise da rivelare l'accelerazione Yarkovsky di Apophis, e mostrano che l'asteroide si sta allontanando da un'orbita puramente gravitazionale di circa 170 metri all'anno, il che è sufficiente a mantenere in gioco lo scenario di impatto del 2068"; la cifra fornita da Tholen si riferisce all'aumento del semiasse maggiore dell'orbita, che è direttamente proporzionale al parametro di accelerazione trasversale citato in precedenza.

 I calcoli orbitali sono stati eseguiti da Davide Farnocchia del Jet Propulsion Laboratory, coautore dell'articolo presentato all'incontro virtuale 2020 della Divisione per le Scienze Planetarie della Società Astronomica Americana, la settimana scorsa. Purtroppo, per ora non sono disponibili le nuove stime di probabilità di impatto e comunque ulteriori osservazioni sono in corso, tanto più che l'asteroide si sta avvicinando alla Terra e raggiungerà una distanza minima di 17 milioni di km ai primi di Marzo. Appena ci saranno novità, provvederemo ad aggiornare questo articolo o a scriverne uno nuovo...

 

https://phys.org/news/2020-10-massive-asteroid-subject.html
https://skyandtelescope.org/astronomy-news/apophis-impact-small-chance-2068/