E' passato a 38130 km di altezza alle 4 in punto, ora italiana. Di lui abbiamo già parlato in un precedente articolo, sottolineando il notevole preavviso nella scoperta e nella determinazione della traiettoria, rispetto a quanto solitamente avviene. Il merito di questo è nella traiettoria molto favorevole (l'oggetto si avvicinava dalla direzione opposta al Sole, quindi in opposizione) e alle dimensioni non trascurabili, comprese tra 6 e 13 metri; entrambi questi fattori hanno concorso a renderlo ben visibile, alla portata delle rassegne automatiche svolte da telescopi robotizzati.
Si tratta dell'oggetto più grande passato entro i 10 raggi terrestri negli ultimi 12 mesi; poco prima del massimo avvicinamento, ha raggiunto una magnitudine apparente 13,5. L'immancabile Gianluca Masi, utilizzando il telescopio "Elena" da 43 cm controllato da remoto, ha immortalato 2020 UA negli ultimi giorni e quella mostrata in apertura è una lunga esposizione (1 minuto) effettuata inseguendo l'asteroide nel suo rapido moto proprio al momento del massimo avvicinamento, quasi 40 primi d'arco ogni secondo; naturalmente le stelle appaiono come lunghe strisce e, rispetto all'immagine originale, ho ridotto la presenza del rumore. Qui è possibile ammirare anche una animazione centrata sull'oggetto, accelerata di quasi 80 volte.
Grazie alle numerose osservazioni delle ultime ore, la conoscenza della traiettoria e dell'orbita di 2020 UA è migliorata parecchio. Adesso sappiamo che la distanza minima da centro della Terra è stata 44498 km, con una incertezza di soli 33 km (intervallo con il 90% di confidenza). Inoltre, ora sappiamo che tornerà a visitarci da vicino solo nel 2047, quando passerà a circa due distanze lunari da noi.