Gli astronomi teorizzano da decenni che l'alta atmosfera di Venere possa ospitare forme di vita. La rilevazione della fosfina, una molecola di idrogeno e fosforo (PH3), potrebbe essere la prima prova concreta di una vita "aerea" extraterrestre. La nuova scoperta è stata descritta in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.

La prima rilevazione è avvenuta grazie al James Clerk Maxwell Telescope (JCMT) alle Hawaii, alla quale hanno seguito osservazioni di follow-up con i 45 telescopi dell'Atacama Large Millimeter / submillimeter Array (ALMA) in Cile. Entrambe le strutture hanno osservato Venere a una lunghezza d'onda di circa 1 millimetro.

"Questo è stato un esperimento fatto per pura curiosità, davvero - sfruttando la potente tecnologia di JCMT e pensando a strumenti futuri. Pensavo che saremmo stati in grado di escludere scenari estremi, come le nuvole piene di organismi. Quando abbiamo ricevuto i primi accenni di fosfina nello spettro di Venere, è stato uno shock!", ha dichiarato Greaves nella press release. Dopo sei mesi di elaborazione dei dati, la scoperta è stata confermata. "L'elaborazione dei dati è stata complicata, tuttavia, poiché ALMA di solito non cerca effetti molto sottili in oggetti molto luminosi come Venere", ha spiegato la dott.ssa Anita Richards, dell'ALMA Regional Centre del Regno Unito e dell'Università di Manchester.

Greaves ha aggiunto: "Alla fine, abbiamo scoperto che entrambi gli osservatori avevano visto la stessa cosa: un debole assorbimento alla giusta lunghezza d'onda del gas fosfina, dove le molecole sono retroilluminate dalle nuvole più calde sottostanti". Tuttavia, le molecole di fosfina non sono così comuni: solo una su un miliardo in base ai modelli dell'atmosfera venusiana del professor Hideo Sagawa della Kyoto Sangyo University. 

Nonostante gli unici dati a disposizione sul fosforo risalissero agli esperimenti condotti dal lander sovietico Vega 2 nel 1985, gli astronomi hanno quindi provato a verificare se la fosfina poteva essere prodotta da qualche processo naturale in atto sul pianeta. Il lavoro è stato guiato dal dottor William Bains, scienziato del Massachusetts Institute of Technology. Alcune idee prese in esame includevano luce solare, particolari minerali, vulcani o fulmini ma nessuno di questi ha dato risultati soddisfacenti. Si è scoperto, infatti, che le sorgenti naturali producono al massimo un decimillesimo della quantità di fosfina che i telescopi hanno visto.

Per creare la quantità di fosfina osservata su Venere, gli organismi terrestri dovrebbero lavorare solo al 10% della loro produttività massima, secondo i calcoli del dott. Paul Rimmer dell'Università di Cambridge. D'altra parte, eventuali microbi su Venere saranno probabilmente molto diversi dai loro cugini nostrani, per sopravvivere in condizioni iperacide.

I batteri della terra possono assorbire i minerali fosfatici, aggiungere idrogeno e infine espellere il gas fosfina. Ma lo scopo di questo processo ancora non è chiaro: la fosfina potrebbe essere solo un prodotto di scarto oppure un modo per allontanare i batteri rivali.

Ma non c'è troppo da stupirsi perché la fosfina è stata già proposta come una possibile biosignatura della vita che non utilizza ossigeno sui pianeti attorno ad altre stelle perché è difficilmente originata da processi naturali.
La dott.ssa Clara Sousa Silva del MIT, ha commentato: "Trovare la fosfina su Venere è stato un bonus inaspettato! La scoperta solleva molte domande, ad esempio come potrebbero sopravvivere gli organismi. Sulla Terra, alcuni microbi possono sopportare fino a circa il 5% di acido nel loro ambiente, ma le nuvole di Venere sono quasi interamente fatte di acido". Sebbene le alte nuvole del pianeta abbiano temperature miti, fino ad un piacevole 30 gradi Celsius, sono incredibilmente acide - circa il 90% di acido solforico - ponendo grossi problemi alla sopravvivenza dei microbi.

Sebbene ci vorrà ancora molto lavoro per confermare o smentire la vita su Venere, la scoperta è molto significativa proprio per le caratteristiche particolari del gas. In team, ora, sta aspettando con impazienza di poter passare altre ore al telescopio per cercare altri gas associati alla vita.