Aggiornamento del 27 Agosto: con l'aggiunta di 7 osservazioni astrometriche, l'incertezza sulla traiettoria si è dimezzata e ora si stima che l'asteroide è passato a 9316.9±11.3 km dal geocentro. Il "Condition Code" vale 6 ed è molto improbabile che l'oggetto venga nuovamente osservato in futuro... 

Aggiornamento del 20 Agosto: Sul sito CNEOS è stato pubblicato un articolo dedicato a 2020 QG, contenente anche l'immagine ripresa da Palomar riportata qui sotto.

2020 QG pic

Una delle immagini che hanno permesso la scoperta di 2020 QG, evidente la luminosità e il marcato moto proprio rispetto alle stelle di campo. - Credits: ZTF Telescope - Processing by Marco Di Lorenzo)

 Già lo scorso anno, la seconda metà di agosto si era rivelata un mese prolifico per gli incontri estremamente ravvicinati con asteroidi appena scoperti: il 20 e 26 agosto 2019, infatti, 2020 QH2 e 2019 QQ3 passarono rispettivamente a 7,75 e 15 raggi terrestri dal centro del pianeta (43000 km e 89000 km di altezza, rispettivamente). Ma queste distanze sono ridicole rispetto a quello che è successo all'alba di domenica scorsa, quando un altro corpo, senza preavviso, è passato a meno di 1,5 raggi terrestri dal geocentro, sbriciolando tutti i record precedenti e diventando l'oggetto NEO che più si è avvicinato al nostro pianeta senza colpirlo!

 L'oggetto, di dimensioni ridotte (comparabili con quelle di un SUV) si è avvicinato da una direzione prospetticamente vicina al Sole e quindi è stato avvistato solo dopo il massimo avvicinamento; il passaggio è stato talmente ravvicinato che la sua orbita è cambiata radicalmente per effetto della gravità terrestre, una sorta di "gravity assist" simile alle manovre fatte dalle sonde spaziali per modificare velocità e traiettoria, ma stavolta del tutto non intenzionale e naturale!

 Stiamo parlando di 2020 QG, inizialmente battezzato ZTF0DxQ dal sistema Scout ed apparso da poche ore nella pagina cneos che la NASA dedica a questi incontri ravvicinati. L'oggetto, con magnitudine assoluta H=29,8 e quindi diametro presumibilmente compreso tra 3 e 6 metri, si è avvicinato a 8,15 km/s su una traiettoria che, oggettivamente, non ne favoriva l'osservazione anticipata. Nelle ore che hanno preceduto il massimo avvicinamento, infatti, la sua distanza angolare dal Sole era circa 60° e questo lo rendeva debole, sebbene vicino a noi; il Sole lo illuminava "in controluce", e la sua magnitudine apparente è sempre rimasta oltre il valore 21 fino a 8 ore prima dell'approccio. Inoltre, anche nelle due ore a ridosso dell'incontro, quando la sua luminosità e la sua velocità apparente non erano certo trascurabili,  l'asteroide sorvolava l'emisfero Sud, quasi al di sopra dell'Antartide come si vede nell'immagine di apertura. In pratica, è passato a circa 27° dal polo celeste meridionale, e anche questo non ne ha certo favorito l'avvistamento dato che la maggior parte dei telescopi che fanno ricerca sistematica di tali oggetti si trovano nell'emisfero Nord (specialmente Catalina e Atlas, in Arizona e nelle isole Hawaii)!

 Il primo avvistamento è avvenuto intorno alle 10:30 UTC, oltre 6 ore dopo il massimo approccio, ad opera dell'osservatorio ZTF (Zwicky Transient Facility) di Mt. Palomar; in 6 riprese consecutive, l'oggetto appariva come una stella di magnitudine 17,5 circa, in rapido movimento ma si era già allontanato a circa 200000 km, oltre metà della distanza lunare. Solo a fine giornata si sono aggiunte altre osservazioni, anche da parte della stazione ESA di Tenerife, destinata al tracciamento di satelliti e detriti spaziali. A quel punto, l'oggetto era già arrivato quasi alla magnitudine 20 ed era ormai lontano oltre mezzo milione di km.

 Alla fine, sulla base di 28 osservazioni ottiche raccolte nell'arco di quasi 24 ore, si è stabilito che l'asteroide è giunto a 9308±23 km dal geocentro alle ore 04:07:49 UTC (le 6:08 italiane). Considerando la forma schiacciata dell'ellissoide terrestre, tale distanza corrisponde a circa 2945 km di altezza sul livello del mare. Andando a vedere i dati storici, si tratta dell'incontro di gran lunga più ravvicinato da parte di un oggetto osservato nello spazio, naturalmente a patto di escludere i quattro impattatori  2008 TC32014 AA, 2018 LA e 2019 MO, avvistati negli ultimi 12 anni poche ore prima di entrare nell'atmosfera terrestre, disintegrandosi senza fare danni.

storico

Tabella storica degli avvicinamenti estremi, ordinata per distanze crescenti (si è assunto come raggio terrestre quello medio di 6371 km)

 Come si vede nella tabella qui sopra, il record in precedenza era detenuto da 2011 CQ1, un oggetto ancora più piccolo (sotto i 2 metri) che 9 anni fa passò a 1,86 raggi terrestri dal centro della Terra, ovvero 5480 km di altezza. Adesso queste due cifre record risultano abbassate del 21,5% e del 46% rispettivamente. Peraltro, il passaggio di 2020 QG infrange finalmente una specie di maledizione, perchè in tutti questi anni non erano mai stati osservati asteroidi passare a distanze comprese tra 1,02 e 1,85 raggi terrestri, cioè tra il margine superiore dell'atmosfera e un'altezza di oltre 5400 km; eppure, la statistica suggeriva che in questa fascia se ne sarebbero dovuti osservare quasi una decina! Adesso il difetto rimane significativo ma almeno abbiamo una eccezione.

 Per concludere, guardando la figura in apertura, l'asteroide ha subito una deviazione dell'ordine di 50° e anche una piccola accelerazione rispetto al Sole; questo dovrebbe averne variato eccentricità, semiasse e inclinazione dell'orbita. In effetti, i dati riportati sul sistema Horizons/NASA indicano i seguenti valori approssimativi prima dell'incontro:

a=1,944 au ;  e=0,4876 ; e i=5,48°

mentre dopo il passaggio ravvicinato si ha:

a=1,929 au ; e=0,4866 ; e i=4,77°.

 In pratica, l'involontario "gravity assist" è servito a ridurre i tre parametri, in special modo l'inclinazione che, a causa della particolare geometria dell'incontro, è diminuita di 0,71° rispetto all'eclittica. In base alle simulazioni fatte, sia nel secolo passato che nei prossimi 2 secoli l'asteroide non dovrebbe mai ritornare vicino a noi, mantenendosi sempre ben oltre i 30 milioni di km dalla Terra. Insomma, un incontro fugace e irripetibile, passato quasi inosservato però, al tempo stesso, indimenticabile!