Nota: in rosso i dati aggiornati al 28 luglio, sulla base di ben 60 misure astrometriche visuali

 Qualcuno si ricorderà come, nell'estate del 2019, ci fu il clamoroso passaggio ravvicinato da parte di un oggetto di grandi dimensioni, l'asteroide 2019 KO. Il clamore quella volta non fu suscitato tanto dalla vicinanza (l'asteroide si mantenne oltre i 71000 km dalla Terra, circa 11 volte il raggio terrestre) ma dal fatto che, nonostante l'elevata luminosità e le condizioni ottimali di visibilità, la sua reale natura e la sua vera traiettoria vennero capite solo poche ore prima del massimo avvicinamento, il 25 luglio; questo, pur avendo quasi un mese di osservazioni a disposizione!

 Quella sequenza incredibile di errori e di valutazioni sbagliate ha probabilmente sortito degli effetti perché, da allora, eventi simili non si sono ripetuti e, anzi, nel caso di cui stiamo per parlar, si è avuta una corretta e rapida identificazione di un oggetto nettamente più piccolo e in procinto di effettuare un passaggio estremamente ravvicinato.

 Nello specifico, ieri mattina, l'osservatorio Catalina di Monte Lemmon (lo stesso che a giugno era stato evacuato a causa di un devastante incendio nella riserva naturale in cui si trova, in Arizona) ha fotografato con un telescopio Schmidt a largo campo un oggetto di magnitudine 21, poco dopo le 10 ora italiana; la scoperta veniva confermata da ulteriori osservazioni condotte nel giro di un'ora dall'altro telescopio Catalina in Arizona, il Kuiper da 1,55 metri di Monte Bigelow. L'elevato moto apparente, dovuto all'effetto di parallasse per la piccola distanza unita al moto di rotazione terrestre, hanno fatto capire subito che si trattava di un NEO destinato ed effettuare un incontro molto ravvicinato.

2020 OY4 heliocentric

Orbita di 2020 OY4 con le posizioni attuali dei corpi nel sistema solare interno - Fonte: IAU/MPC 

 In effetti, già a mezzanotte l'oggetto veniva ribattezzato col suo nome definitivo e veniva calcolata da parte del JPL l'orbita, sulla base di 25 osservazioni. E' risultato che si tratta di un asteroide Apollo con orbita compresa tra quelle di Venere e Marte e bassa inclinazione rispetto all'eclittica. Il massimo avvicinamento risultava essere a 41498±29 km dal centro della Terra (35127 km dalla superficie terrestre) alle ore 7:30 CET di domattina; si tratta di una distanza solo leggermente inferiore al quella a cui si trovano i satelliti geostazionari ma non dovrebbero esserci rischi connessi perché l'oggetto passerà al di sotto il piano dell'equatore su cui giacciono i suddetti satelliti, almeno nella fase operativa. E' anche il quinto incontro più ravvicinato degli ultimi 12 mesi e giunge a colmare una lacuna nei passaggi a distanza sub-lunare, che non si verificavano da ormai 3 settimane.

 Anche questo asteroide, come 2020 OK, appare provenire dalla direzione opposta al sole quindi nelle condizioni osservative migliori; tuttavia, contrariamente al fratello maggiore che misurava 60-130 metri, 2020 OY4 è un oggetto di piccole dimensioni: la sua magnitudine assoluta H=30,3 suggerisce un diametro di 2,3÷5,2 metri, probabilmente poco più di 3 metri, dunque lungo come una utilitaria (in realtà, sarebbe più corretto ragionare in termini di volume e paragonarlo a un'auto di grosse dimensioni o a un furgoncino). In ogni caso, se anche si fosse diretto verso di noi, sarebbe risultato innocuo perché si sarebbe disintegrato dall'atmosfera, a meno di non avere una composizione metallica e compatta (ipotesi piuttosto improbabile).

2020 OY4 track

Il percorso di 2020 OY4 proiettato sulla superficie terrestre, con indicazione della magnitudine apparente - Credits: ESA/NEO/SSA

 L'immagine qui sopra indica, tramite la scia rossa, come si sta spostando il punto sulla cui verticale passa l'asteroide, partendo da 24 ore prima e finendo 12 ore dopo il massimo avvicinamento; le cifre in giallo indicano la magnitudine apparente, che raggiungerà un massimo pari a 16 indicato dal diamante giallo; da quel momento per oltre 3 ore, l'asteroide sarà talmente vicino che la sua velocità di 12,4 km/s sovrasterà il movimento angolare dovuto alla rotazione terrestre e quindi inizierà a muoversi nel cielo da ovest verso est, indietreggiando e salendo di latitudine/declinazione. Il quadrato bianco indica il punto di massimo avvicinamento e, subito dopo, la luminosità prenderà a scendere rapidamente perché, muovendosi verso il Sole, il cosiddetto angolo di fase sarà grande e in pratica lo vedremo in "controluce"; di conseguenza, non ci sono speranze di vedere l'oggetto alle nostre latitudini. Infatti, quando poco dopo le 8 italiane scavalcherà l'equatore celeste, sarà arrivato quasi alla magnitudine 19 (e sarà comunque giorno!).

 Per concludere, come si vede nella figura d'apertura, l'asteroide subirà una deviazione significativa passando accanto alla Terra. Questa sorta di "gravity assist" naturale cambierà la sua orbita, che diventerà più stretta e più inclinata. Infatti, dopo l'incontro il semiasse maggiore scenderà da 436 a 376 giorni, l'eccentricità passerà da 0.389 a 0.387 e l'inclinazione sull'eclittica salirà da 2,11° a 3,59°.Tutto questo è ben illustrato da questa animazione, realizzata da Tony Dunn. La nuova orbita porterà l'asteroide ad avvicinarsi spesso alla Terra ma mai tanto come adesso; nei prossimi 100 anni, sono previsti solo un paio passaggi di poco inferiori a 0,05 unità astronomiche, uno nel 2029 e l'altro nel 2055.