Precedenti osservazioni avevano già contribuito con interessanti scoperte: prima di tutto i vortici sembrano apparire dove antichi frammenti del campo magnetico sono incorporati nella crosta lunare ma non è vero il contrario, ossia ci sono campi magnetici "fossili" sulla Luna privi di vortici; inoltre, le zone più luminose sembrano meno esposte alle intemperie, come impatti di micro-meteoriti o vento solare, rispetto al terreno circostante.

Tali elementi hanno suggerito tre teorie sulla loro origine: i disegni ed i campi magnetici potrebbero essersi formati a seguito degli impatti cometari; oppure, quando le particelle sottili vengono lanciate in aria dagli impatti dei micro-meteoriti, un campo magnetico esistente ordina la polvere in base al suo magnetismo; o ancora, i campi magnetici presenti proteggono alcune zone dalle particelle del vento solare (elettroni e ioni) cariche elettricamente.

La prima ipotesi era stata esplorate lo scorso anno dai ricercatori della Brown University.
Analizzando i siti di atterraggio delle missioni Apollo, il team aveva notato che tutta l'area intorno ai moduli lunari era liscia a luminosa, spazzata dal gas espulso dei motori. Di conseguenza, anche le piccole comete, impattano sulla superficie lunare con la loro chioma composta appunto di gas un po' come quelli prodotti dai motori dei moduli lunari, riuscirebbero a scalzare la regolite smossa in superficie, disegnando i vortici luminosi.
A loro volta, gli impatti cometari potrebbero spiegare anche la presenza di anomalie magnetiche in prossimità dei vortici.

Nella nuova ricerca, invece, gli scienziati hanno creato simulazioni computerizzate per spiegare meglio come potrebbe funzionare l'ipotesi "scudo magnetico".
"Il problema con l'idea della schermatura magnetica è che i campi magnetici lunari sono molto deboli, circa 300 volte più deboli del campo magnetico della Terra", ha detto nel report Bill Farrell, del Goddard Space Flight Center della NASA. "E' difficile pensare che avrebbero la forza per deviare gli ioni del vento solare".
Tuttavia, i nuovi modelli rivelano che il campo magnetico può generare un forte campo elettrico quando il vento solare tenta di attraversarlo. E' questo potenziale elettrico di centinaia di Volt che potrebbe rallentare e deviare il vento solare, riducendo la sua azione aggressiva.

Recenti osservazioni del Lunar Reconnaissance Orbiter. (LRO) sembrano favorire questa ipotesi ma senza escludere altre idee.
"Fino a quando non avremo qualcuno sulla superficie lunare non otterremo alcuna risposta definitiva ma le nuove osservazioni dei vortici in luce ultravioletta e lontano ultravioletto sono coerenti con l'idea che quelle zone sono meno esposte alle intemperie rispetto ai dintorni", ha detto John Keller sempre del Goddard.

Questi risultati sono stati pubblicati sulla rivista Icarus il 21 gennaio 2016 ed un altro del 4 febrraio 2016.
I modelli computerizzati, invece, erano stati descritti in tre articoli distinti: uno su Icarus, pubblicato il 1 marzo 2016; un secondo sul Journal of Geophysical Research: Space Physics il 18 giugno 2015 e un altro sul Journal of Geophysical Research: Planets il 25 novembre 2015.