Le aurore sono fenomeno affascinanti che si formano alle alte latitudini quanto il vento solare interagisce con il campo magnetico terrestre.
Protoni ed elettroni in arrivo dal Sole "scivolano" sulla magnetosfera e proseguono oltre ma alcuni riescono a penetrare fino alla ionosfera nel punto in cui il nostro campo magnetico è più forte, ossia ai poli. Questa interazione eccita le particelle cariche degli strati superiori dell'atmosfera terrestre che si "accendono" per ionizzazione: lo scambio di elettroni tra gli atomi genera energia sotto forma di fotoni nello spettro visibile, ossia luce. I diversi colori che vediamo, generalmente verde e rosso, dipendono dai gas interessati dal processo: ognuno risponde ad una caratteristica lunghezza d'onda e quindi produce un colore specifico.
Ma ciò che forse è meno noto è che le aurore emettono anche raggi X.
INTEGRAL è nato per individuare le radiazioni più energetiche nello spazio e, lo scorso anno, durante una sessione di osservazione, aveva il compito di misurare i raggi X di fondo che si formano naturalmente quando buchi neri supermassicci nei centri galattici inghiottono materiale.
Per far ciò il satellite dell'ESA stava registrando la luminosità in raggi X del cosmo con e senza la Terra davanti, usandola come schermo.
Ma quel 10 novembre 2015, un'imprevista aurora terrestre ha deciso di soffocare il fondo cosmico.
Questa sequenza a raggi X di un'aurora terrestre è stata ripresa dallo strumento IBIS/ISGRI del satellite INTEGRAL.
L'evento si è verificato il 10 novembre 2015. Le immagini sono state scattate ad intervalli di circa 8 minuti per una gamma gamma di energia tra 17 - 60 keV: mostrano prima intensa emissione aurorale ad est della Siberia e a nord del Giappone intorno alle 11:00 UTC, poi sul lato opposto del polo per un periodo più prolungato e su un'area più ampia nelle ore successive, prima sopra il Canada e poi sopra Groenlandia.
La Terra sembra diventare più grande man mano che INTEGRAL si avvicina percorrendo la sua orbita altamente eccentrica di 64 ore.
Copyright ESA/Integral/ E. Churazov (IKI/MPA)/ M. Türler (ISDC/Univ. of Geneva)
"Le aurore sono transitorie e non possono essere previste durante le osservazioni satellitari, quindi è stato sicuramente qualcosa di inaspettato", ha commentato Erik Kuulkers, scienziato della missione.
"E' anche abbastanza inusuale per noi puntare la navicella verso la Terra: per far questo è richiesta una pianificazione particolare da parte dei team operativi per coordinare un set dedicato di manovre e garantire che gli strumenti possano operare in sicurezza con la Terra nel loro campo di vista, per poi tornare al programma osservativo standard".
"Anche se le osservazioni di fondo a raggi X non sono andate troppo bene questa volta, è stato emozionante riprendere questa intensa attività aurorale per caso".