Il monte Sharp, l'enorme tumulo di 5, 5 chilometri che sorge al centro del cratere Gale, dove da agosto dello scorso anno opera il rover della NASA Curiosity, si potrebbe esser formato a seguito dell'azione del vento e non dell'acqua: se il risultato di questo nuovo studio fosse corretto, le aspettative sull'abitabilità passata del cratere Gale, e di Marte, si ridurrebbero notevolmente.
Marte ha perso molta della sua atmosfera originaria ma quella rimasta oggi sembra essere ancora molto dinamica ed attiva: questi, i recenti dati rilevati dal rover della NASA Curiosity e presentati ieri, 8 aprile, a Vienna in occasione della European Geosciences Union 2013 General Assembly (EGU 2013).
Le dune di Marte, soprattutto quelle al polo nord, potrebbero ospitare acqua liquida non molto sotto la loro superficie ghiacciata: la scoperta si basa su una ricerca effettuata in Alaska ed apre nuove ipotesi sul recente ambiente marziano.
Oggetto dello studio sono state le dune del Kobuk Valley National Park, circa 600 chilometri a nord di Fairbanks, in Alaska.
Nonostante si trovino in posizioni così diverse, i due rover della NASA, Curiosity ed Opportunity, hanno un obiettivo in comune: caratterizzare le interessantissime zone in cui si trovano.
Quello che interessa agli scienziati è avere un'idea della stratigrafia delle due aree per comprenderne meglio l'evoluzione.
Quale immagine scegliere per rappresentare gli ultimi risultati rilasciati ieri nel corso del Lunar and Planetary Science Conference tenutosi in Texas?
Curiosity ha ottenuto ulteriori prove che l'acqua una volta scorreva copiosa nel cratere Gale e le sue tracce sono rimaste intrappolate nelle vene minerali all'interno delle rocce.
Dopo dibattiti e correnti di pensiero, arriva la conferma ufficiale: Marte poteva sostenere la vita.
Ieri si è tenuto il briefing sui risultati del primo campione di roccia marziana prelevato dal target John Klein.
I dati hanno evidenziato zolfo, azoto, idrogeno, ossigeno, fosforo e carbonio, alcuni degli ingredienti chimici fondamentali per la vita.
Grazie allo SHARAD (Shallow Subsurface Radar), lo strumento radar dell'ASI (Agenzia Spaziale Italiana) montato a bordo della sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), gli scienziati hanno potuto ricostruire, per la prima volta, in 3D, i canali sotterranei di Marte, creati da violenti inondazioni.
Nel corso degli anni, MRO ha restituito numerose immagini di canali marziani, attribuiti alle inondazioni degli ultimi 500 milioni di anni, periodo durante il quale, Marte è sempre stato considerato freddo e secco.
Il prossimo martedì, alle 19:00 ora italiana, la NASA ha fissato una conferenza stampa sui risultati delle prime analisi del campione di roccia marziana, John Klein, prelevato da Curiosity con la prima perforazione.
Secondo un report pubblicato su space.ref, voci di corridoio farebbero pensare che Curiosity abbia trovato carbonio organico su Marte, ossia un ingrediente chiave per la vita.
"Marte può essere abitabile oggi, dicono gli scienziati", questo è il titolo di un articolo uscito ieri sul sito space.com che ha catturato la nostra attenzione.
Alcuni ricercatori sostengono che, mentre sicuramente Marte è stato un mondo abitabile nel passato, ancora oggi è in grado di sostenere la vita. (Finalmente, aggiungiamo noi!)
Nuove prove indicano un passato umido per Marte e si aggiungono ai risultati della missione Cuiorsity ed alle evidenze segnalate dai rover e lander di superficie e dalla sonde orbitali delle missioni passate.
I dati arrivano dello spettrometro CRISM (Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars) dalla sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), che ha osservato il grande cratere McLaughlin, largo 92 chilometri e profondo 2,2 chilometri.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.