Gli strumenti ottici e infrarossi di Euclid, la missione dell'ESA per studiare l'energia oscura e la materia oscura, sono stati completamente integrati nel payload del veicolo spaziale.
L'esperimento proposto, in cui un miliardo di pendoli di dimensioni millimetriche agirebbero come sensori, sarebbe il primo a cacciare la materia oscura esclusivamente attraverso la sua interazione gravitazionale con la materia visibile.
A dispetto del Nobel per la Fisica appena conferito per gli studi sul buco nero al centro della Via Lattea, al suo posto potrebbe esserci un agglomerato di materia oscura fatta di fermioni!
Gli ultimi studi sull'effetto di "lente gravitazionale" rivelano che la presunta materia oscura negli ammassi di galassie è distribuita in maniera diversa da quanto previsto dai modelli.
Uno studio tutto italiano mina alla base il ricorso alla materia oscura per spiegare la "curva di rotazione piatta" della Via Lattea e di altre galassie, una delle prime e più famose prove a sostegno dell'esistenza di questa misteriosa componente. E lo fa utilizzando semplicemente le formule della relatività generale...
Sembra un quadro astratto ma è la spettacolare rappresentazione del moto di un giovane ammasso di galassie in una simulazione al supercomputer (TNG100).
La suggestiva ipotesi di questo stato "esotico" della materia, oltre a spiegare la natura della materia oscura, potrebbe giustificare l'abbondanza delle onde gravitazionali viste dal LIGO e VIRGO e, al tempo stesso, la rarità di controparti elettromagnetiche osservate per questi eventi di merging...
Questa è la porzione centrale di un ammasso di galassie, dall'evocativo nome SDSS J0146-0929. Quello che è interessante, oltre al gran numero di galassie di vari tipi, è l'"anello di Einstein" visibile al centro.
Unendo le osservazioni di Gaia e Hubble, è stato possibile stabilire il moto delle stelle nella galassia nana dello Scultore, risalendo alla distribuzione di materia oscura al suo interno.
L'ipotesi è ardita ma spiegherebbe perchè non riusciamo a vedere le ipotetiche particelle WIMPs, aprendo però molti altri interrogativi. Intanto le nuove curve di luce suggeriscono un periodo di rotazione di otto ore...
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.