I dati rilevati della sonda della NASA New Horizons, che ora si trova ben oltre il sistema di Plutone e sta attraversando la Fascia di Kuiper, stanno contribuendo a migliorare la nostra comprensione del mezzo interstellare. Finora, le migliori informazioni su questa miscela di particelle e di luce diffusa proveniente dai 100 miliardi di stelle della Via Lattea arrivavano dalle sonde Voyager che, ormai, hanno oltrepassato l'eliopausa.
Una nuova ipotesi spiegherebbe le anomalie del primo visitatore interstellare, a questo punto più simile a una cometa esotica che ad un asteroide. (aggiornamento)
Sarebbero apparse entro 180 milioni di anni dopo il Big Bang ma non sono state osservate direttamente: il loro effetto sull'idrogeno interstellare ha lasciato una firma che un gruppo di radioastronomi australiani è riuscito a rivelare per primo, peraltro con uno strumento relativamente piccolo ed economico! Le implicazioni della scoperta riguardano anche la natura della materia oscura.
Utilizzando il Telescopio Spaziale Hubble, gli astronomi hanno individuato idrogeno atomico nell'atmosfera della luna di Giove, Europa.
Un'analisi condotta sulle rocce delle isole Isole Ebridi, a largo della costa occidentale della Scozia, ha fornito l'allettante prospettiva che Marte potrebbe ospitare la vita, oggi, sotto la sua superficie.
Potrebbe sembrare una domanda banale perché sappiamo che il nostro Sistema Solare ha 4,5 miliardi di anni ma Saturno è più caldo di quello che dovrebbe essere e questo calore inspiegabile causa una discrepanza di ben due miliardi di anni. Senza alcuna fonte di energia supplementare, infatti, i pianeti tendono a raffreddarsi con l'età, tranne questo, ovviamente. Un bel grattacapo per gli astrofisici!
Recenti osservazioni del Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA indicano che l'idrogeno sulla Luna è più abbondante sui versanti dei crateri dell'emisfero meridionale, rivolti verso il Polo Sud.
L'esperimento ASACUSA (Atomic Spectroscopy And Collisions Using Slow Antiprotons) al CERN di Ginevra, frutto di una collaborazione internazionale con l'importante contributo dei ricercatori italiani dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), è riuscito per la prima volta a produrre un fascio di atomi di antidrogeno.
Il risultato è stato descritto in un articolo pubblicato il 21 gennaio sulla rivista Nature Communications.
Secondo un nuovo studio a cura dell'Università del Colorado, una reazione chimica tra i minerali contenti ferro e l'acqua potrebbe produrre abbastanza idogeno tanto da sostenere la vita per comunità microbiche che vivono nei pori e nelle crepe all'interno dell'enorme volume di roccia sotto il fondo dell'oceano.
Un team di ricercatori britannici e canadesi hanno scoperto antiche sacche d'acqua isolate nel sottosuolo per miliardi di anni, contenenti una abbondante chimica adatta a sostenere la vita: quest'acqua potrebbe essere tra la più antica del nostro pianeta.
Stiamo parlando di acque fossili, più volte nominate nei nostri articoli, acqua che potrebbe esser rimasta bloccata in falde acquifere fin dalle origini.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.