La Crew Dragon di SpaceX ha attraccato al boccaporto superiore IDA-3/PMA-3 del modulo 'Harmony' della ISS alle 6:40 UTC del 3 marzo 2023. A bordo i quattro astronauti, due della NASA, uno russo ed uno degli emirati possono così iniziare il loro soggiorno di circa sei mesi sull'avamposto orbitale. L'aggancio è avvenuto con circa un'ora di ritardo sul previsto a causa di un problema software ad uno dei ganci di tenuta del sistema di attracco della capsula. Per l'esattezza si è trattato del gancio numero 5, dei 12 che compongono il sistema di tenuta finale della capsula una volta connessa al boccaporto di arrivo, lo stesso che aveva dato indicazioni non corrette appena dopo l'entrata in orbita.
L'arrivo nei pressi della ISS si era svolto in modo perfetto fino a quando, a circa 20 metri dalla stazione, il sensore di apertura del gancio n.5 aveva fornito dati non conformi. A questo punto la SpaceX, in accordo con i responsabili della NASA, aveva ordinato una pausa alla manovra di attracco per studiare e risolvere il problema. L'equipaggio non è mai stato in pericolo e la capsula poteva tranquillamente stazionare, con il consumo di propellente, a 20 metri dalla ISS per almeno altre due ore.
Gli ingegneri di SpaceX hanno quindi elaborato una correzione del software che hanno testato a Terra e poi inviato alla 'Endeavour'. La SpaceX ha verificato che tutti i ganci di Dragon fossero posizionati correttamente per l'attracco. L'override del software ha disabilitato il sensore che fornisce la cattiva indicazione sul gancio 5 nel sistema di attracco, consentendo la ripresa dell'avvicinamento. Alle 6:35 UTC il controllo missione ha comunicato al Comandante di Endeavour Steve Bowen il 'via' per procedere con le fasi finali dell'attracco.
La capsula si è avvicinata al boccaporto della ISS alla velocità di circa 10 centimetri al secondo ed al momento del contatto, i sensori all'interno del meccanismo di aggancio hanno rilevato che Crew Dragon ha raggiunto l'adattatore di aggancio e i fermi si attiveranno per creare una connessione morbida. L'adattatore di aggancio sulla stazione si ritirerà e i 12 ganci si sono chiusi per creare un accoppiamento rigido e saldo.
Nell'immagine l'equipaggio di Crew-6 saluta assieme a tutto l'equipaggio della ISS. Credito: NASA/TV
Alle 6:40 UTC, quando la ISS volava a circa 420 km sopra l'Oceano Indiano, appena ad est della Somalia, è avvenuto il contatto. “Contatto e soft capture confermati!” ha esclamato il comandante della NASA Steve Bowen. Assieme a lui il pilota Woody Hoburg, l'astronauta degli Emirati Arabi Uniti Sultan Al Neyadi e il cosmonauta russo Andrej Fedjaev sono arrivati alla Stazione Spaziale Internazionale, completando un viaggio di 25 ore iniziato dal Kennedy Space Center.
A questo punto i quattro astronauti della Crew Dragon hanno potuto togliersi le tute di lancio e, dopo i rituali controlli di tenuta e pressione fra i due veicoli spaziali, alle 8:52 UTC si sono aperti i boccaporti e l'equipaggio di Crew-6 ha potuto entrare all'interno della stazione accolto calorosamente dai colleghi di Spedizione 68. A bordo della ISS si trovano già gli astronauti di Spedizione 68, i tre della NASA Frank Rubio, Nicole Mann e Josh Cassada, Koichi Wakata della JAXA (Japan Aerospace eXploration Agency) e i tre cosmonauti russi della Roscosmos Sergej Prokop'ev, Dmitri Petelin, e Anna Kikina. Per alcuni giorni il numero di persone a bordo della stazione sarà di undici, fino alla partenza della Crew Dragon con l'equipaggio di Crew-5, previsto entro la prossima settimana.
Nell'illustrazione la situazione dei veicoli spaziali in visita alla ISS dopo l'attracco di Crew-6. Credito: NASA
Intanto nel corso della giornata di ieri il veicolo di rifornimento Progress MS-21 (82P) è rientrata nell'atmosfera disintegrandosi come previsto. La MS-21 aveva avuto una perdita di refrigerante simile a quella riscontrata precedentemente dalla capsula Sojuz MS-22 e causata, secondo l'agenzia spaziale russa Roscosmos, da un micrometeorite che aveva forato il sistema di raffreddamento della capsula.