Il problema si era manifestato subito dopo il lancio avvenuto con successo il 20 ottobre 2021 dalla rampa SLC-41 di Cape Canaveral, quando Lucy aveva aperto i suoi due grandi pannelli solari ma uno non si era agganciato correttamente.
I team della NASA e dei partner di missione (il Southwest Research Institute SwRI, il Goddard Space Flight Center della NASA, la Lockheed Martin e la Northrop Grumman) si riunirono rapidamente. La squadra iniziò quindi un'approfondita analisi per determinare la causa del problema e sviluppare il miglior percorso da seguire.
"Abbiamo una squadra incredibilmente talentuosa ma era importante dare loro il tempo di capire cosa fosse successo e come andare avanti", ha affermato Hal Levison, ricercatore principale di Lucy allo SwRI. “Fortunatamente, il veicolo spaziale era dove doveva essere, funzionava nominalmente e, soprattutto, era sicuro. Abbiamo avuto tempo”.
Identificazione del problema
Per valutare la configurazione del pannello solare di Lucy in tempo reale, il team ha attivato i propulsori sulla navicella e ha raccolto dati su come l'accensione faceva vibrare la struttura. Successivamente, i dati sono stati inseriti in un modello dettagliato del motore e del pannello, il che ha aiutato a scoprire l'origine del problema. Alla fine, la causa è stata individuata: un cordino progettato per aprire l'enorme pannello solare di Lucy era probabilmente rimasto impigliato nella sua bobina di svolgimento.
Dopo mesi di ulteriore brainstorming e test, il team di Lucy ha optato per due potenziali percorsi da seguire.
Le opzioni
Una possibilità era tirare forte il cordino, facendo funzionare il meccanismo di rilascio secondario insieme al principale. Sebbene entrambi i motori non fossero mai stati originariamente progettati per funzionare contemporaneamente. La seconda opzione era, sostanzialmente, lasciare le cose così come erano, utilizzando il pannello solare quasi completamente distribuito e in grado di generare oltre il 90% della sua potenza prevista.
"Ogni percorso comportava alcuni elementi di rischio per raggiungere gli obiettivi scientifici di base", ha affermato Barry Noakes, ingegnere capo dell'esplorazione dello spazio profondo della Lockheed Martin.
Il team ha mappato e testato i possibili risultati per entrambe le strade. Ha analizzato ore di filmati di prove eseguite sulla replica a terra del gruppo motore del pannello solare. Ha anche sviluppato un software speciale per simulare ad alta fedeltà Lucy nello spazio e valutare eventuali effetti a catena di ogni azione.
Soluzione del problema
Dopo mesi di simulazioni e test, la NASA ha deciso di andare avanti con la prima opzione: un tentativo in più fasi di ridistribuire completamente il pannello solare. In sette occasioni tra maggio e giugno, il team ha comandato alla navicella spaziale di far funzionare contemporaneamente i motori di dispiegamento primari e di backup dei pannelli solari. Lo sforzo è riuscito, tirando il cordino, aprendo ulteriormente e tendendo il pannello. Ora, sebbene quest'ultimo non sia completamente agganciato, è sottoposto a una tensione sostanzialmente maggiore, il che lo rende sufficientemente stabile da consentire al veicolo spaziale di operare nel modo previsto.
La navicella spaziale è pronta e in grado di completare la prossima grande pietra miliare della missione: un aiuto gravitazionale terrestre il 16 ottobre 2022. Lucy dovrebbe arrivare al suo primo asteroide target nel 2025.