La compagnia privata Astrobotic Technology ha mostrato il suo lander lunare, quasi completo, che sta costruendo per il programma CLPS (Commercial Lunar Payload Services) della NASA e ha affermato che il veicolo spaziale rimane nei tempi previsti per il lancio entro quest'anno. In un evento tenutosi alla sede centrale della compagnia, il 20 aprile, a cui hanno partecipato l'amministratore della NASA Bill Nelson e altri funzionari dell'agenzia, la società ha mostrato al suo lander 'Peregrine' che intende inviare sulla Luna nel primo lancio del razzo Vulcan Centaur della United Launch Alliance entro la fine del 2022.

 Il lander è ancora in fase di assemblaggio, ha affermato John Thornton, amministratore delegato di Astrobotic. Il lavoro rimanente include l'installazione dei suoi pannelli solari, due serbatoi di carburante e le strutture che contengono i carichi utili. I motori sono "quasi finiti", ha detto, e saranno presto installati. Thornton era ottimista sul fatto che il lavoro rimanente sarebbe stato svolto rapidamente. "Tra un paio di mesi, questo modello sarà diretto ai test ambientali," ha detto, seguito dalla spedizione al sito di lancio entro la fine di quest'anno.

 Astrobotic prevede che Peregrine venga lanciato nel quarto trimestre di quest'anno, un programma che dipende sia dalla prontezza del lander che dal vettore Vulcan. "Le cose sono sulla buona strada per un volo nel quarto trimestre di quest'anno," ha dichiarato durante un discorso all'inizio della giornata a una conferenza del Keystone Space Collaborative, un gruppo regionale dell'industria spaziale, citando gli aggiornamenti che ha ricevuto da ULA sui loro progressi con Vulcan. "Per quanto ne sappiamo, sono sulla buona strada per la fine dell'anno". Astrobotic trasporterà sia carichi utili della NASA, attraverso il suo programma CLPS, che carichi utili commerciali. Sei paesi, inclusi gli Stati Uniti, avranno carichi utili sul lander, ha detto Thornton. La lista di questi altri paesi comprende il Giappone, il Messico, l'Ungheria, la Germania ed il Regno Unito.

 Peregrine è annunciato come il ritorno della NASA sulla superficie lunare dopo mezzo secolo. "Questo è il primo lander della nostra nazione a tornare sulla superficie della Luna, quasi 50 anni dopo l'Apollo," ha concluso Thornton. Peregrine è, infatti, uno dei due lander commerciali in sviluppo per il lancio nel prossimo anno per il programma CLPS, assieme a Intuitive Machines al lavoro sul suo lander Nova-C per la missione IM-1. Quella società in precedenza aveva affermato che IM-1 sarebbe stato lanciato entro la fine dell'anno ma non aveva fornito una data specifica.

 Peregrine è anche un'apripista per un lander molto più grande, 'Griffin', che Astrobotic sta costruendo per portare il rover VIPER della NASA al Polo Sud della Luna entro la fine del 2023. “Questo è molto importante, perché il prossimo che andrà nel '23 sarà nostro che sbarchermo sul Polo Sud della Luna dove si trovano le risorse, dove si trova l'acqua," ha affermato Nelson all'evento. "È un mostro," ha detto Thornton di Griffin, quasi cinque metri di diametro e in grado di trasportare 500 chilogrammi di carico utile sulla superficie lunare. "È il più grande lander di qualsiasi tipo dai tempi dell'Apollo."

 Prima, però, Peregrine deve arrivare sulla Luna. La NASA ha istituito il programma CLPS con una mentalità definita "tiri in porta", accettando che una parte delle missioni possa non riuscirà ad atterrare. Solo la NASA, l'ex Unione Sovietica e la Cina sono atterrate con successo sulla Luna, con i recenti tentativi dell'agenzia spaziale indiana ISRO e SpaceIL, un gruppo israeliano finanziato privatamente, che si sono però conclusi con un fallimento.

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Nell'illustrazione artistica il lander Peregrine, di Astrobotic, sulla superficie lunare. Credito: Astrobotic

 "Presto saremo seduti qui, a mangiarci le unghie, sperando e confidando che tutto vada bene," ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato della NASA per la scienza e uno dei principali sostenitori del programma CLPS. Peregrine, ha detto, trasporterà versioni di strumenti che saranno imbarcati anche su VIPER, testandoli prima di quella missione. “Possiamo provarli nell'ambiente giusto. Possiamo svilupparli più velocemente," ha detto degli strumenti, mantenendo lo sviluppo degli strumenti fuori dal percorso critico per la missione successiva. “Tutti guardano il lander. Io guardo al carico utile".

 Nella camera bianca della Astrobotic erano presenti anche i 24 carichi utili che Peregrine consegnerà sulla superficie lunare. Questi includono strumenti scientifici di tre agenzie spaziali nazionali, tra cui 11 della sola NASA, un rover della Carnegie Mellon University, diversi carichi utili di società commerciali e messaggi culturali di individui intorno alla Terra. I carichi utili sono già integrati nei ponti di volo di Peregrine, che sono in attesa di installazione sul lander maggiore.

 Ora il dubbio maggiore rimane il vettore. Infatti il Vulcan Centaur sarà fornito, al primo stadio, da un paio di motori BE-4 della Blue Origin ma che, al momento non sono ancora stati consegnati per il volo inaugurale. I BE-4 sono motori propulsi con una miscela di ossigeno liquido e metano e saranno i primi motori di questo tipo a portare un carico utile verso la Luna. Il BE-4 iniziò lo sviluppo nel 2011, sebbene non sia stato reso pubblico fino al 2014. Nello stesso anno, fra la sorpresa degli addetti ai lavori, la ULA scelse quel motore per il proprio vettore futuro, il Vulcan. I primi test di un motore BE-4 al banco di prova avvennero però, dopo diversi ritardi, soltanto nell'ottobre del 2017. Nel luglio 2020, il primo simulacro di un BE-4 venne consegnato alla United Launch Alliance per i test di integrazione con Vulcan Centaur.

 Nell'agosto 2020, il CEO dell'ULA Tory Bruno dichiarò che il secondo motore BE-4 di prova sarebbe stato consegnato presto, seguito rapidamente dai primi qualificati per il volo. Purtroppo tutto questo non avvenne. A quel tempo, Blue Origin stava ancora risolvendo i problemi alle turbopompe che portano il carburante alla camera di combustione principale del BE-4. In ottobre, Bruno dichiarò che il problema era stato risolto e che il motore era stato messo in produzione.

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Nella foto il modello per i test in rampa del primo stadio del Vulcan Centaur arrivato a Cape Canaveral il 13 febbraio 2021. Si notano bene i due motori BE-4 della Blue Origin. Credito: Matt Haskell, Spaceflight Insider

 Nell'agosto 2021 era diventato chiaro, anche pubblicamente, che il programma del motore BE-4 era in difficoltà. Nel programma si accumulavano ritardi da quattro anni, inclusi problemi alla turbopompa, instabilità della combustione, surriscaldamento e durata del motore più breve del previsto. Inoltre, i problemi di gestione dell'azienda hanno lasciato hardware insufficiente per costruire motori di sviluppo, portando a periodi prolungati in cui non è stato possibile eseguire test, nonché problemi relativi alle distrazioni del CEO dell'azienda Bob Smith e Jeff Bezos. Blue Origin ha avuto difficoltà a far funzionare correttamente i motori a piena potenza per una accensione per l'intera durata prevista. La società prese la "decisione rischiosa" di spedire i motori dedicato al volo, attualmente non completamente assemblati, al proprio cliente, ULA, prima che avessero completato i test di qualificazione completi, il che significa che la data per la consegna formale non sarebbe stata rispettata. Secondo il giornalista spaziale di lunga data, Eric Berger di Ars Technica, il rapporto fra Blue Origin e ULA si è deteriorato, in parte perché Blue aveva cercato di rinegoziare per un prezzo più alto nel 2017 rispetto a quanto concordato nel 2014.

 I ritardi dei BE-4 influiscono inoltre sul debutto anche del vettore di Blue, il New Glenn, il cui lancio inaugurale è ora fissato a non prima del 2023. Sicuramente una parte dei problemi derivano anche dal fatto che i BE-4 nascono per essere riutilizzati, come sul New Glenn, mentre invece il Vulcan Centaur, nato come un razzo a perdere, non aveva bisogno di questa caratteristica. Una complessità, almeno iniziale, di cui la ULA avrebbe potuto fare a meno.