Giovedì 24 febbraio 2022, alle ore 16:45, ha avuto luogo presso il Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ), nel comune di Perdasdefogu in provincia di Nuoro, il lancio del primo dimostratore tecnologico della propulsione ibrida su cui sarà basato un futuro lanciatore orbitale.
Cnr-Diitet e Ministero della Difesa lavorano allo sviluppo di un lanciatore satellitare aviotrasportato a propulsione ibrida, in grado di portare in orbita piccoli satelliti. Si è trattato di uno dei due lanci previsti dal programma AVIOLANCIO all’interno degli “Indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale”. “L’Italia è tra i pochi paesi al mondo a disporre delle competenze e delle tecnologie per l’accesso autonomo, allo spazio, le cosiddette spacefaring nations”, ha commentato il direttore del Cnr-Diitet, Fortunato Emilio Campana.
Il Consiglio nazionale delle ricerche, tramite il Dipartimento Ingegneria, ICT e tecnologie per l’energia e i trasporti Cnr-Diitet, sta coordinando un programma di sviluppo di un lanciatore satellitare aviotrasportato, dotato di un motore a propulsione ibrida, in grado di consentire un accesso flessibile e autonomo alle orbite LEO (un’orbita terrestre bassa, di altitudine tra 300 e 1000 km.) di piccole piattaforme satellitari, con un minimo preavviso e costi ridotti rispetto ai competitor (programma AVIOLANCIO). Il programma è oggetto di un accordo quadro con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Difesa.
Sul posto i due ingegneri del Cnr Pantaleone Carlucci e Lucia Paciucci, rispettivamente Responsabile Tecnico e Project Manager del programma Aviolancio insieme alle imprese coinvolte, hanno attentamente seguito tutte le fasi del lancio, grazie alle infrastrutture messe a diposizione dal PISQ, che ha garantito la sicurezza e un basso impatto ambientale delle attività, confermandosi quale polo d'eccellenza per la sperimentazione, tecnologicamente all'avanguardia, capace di ospitare una molteplicità di attività. “Il lancio, che si è concluso con esito positivo, ha permesso di validare la tecnologia del motore a propulsione ibrida (sviluppata dal partner del progetto T4i s.p.a una PMI nata come spin-off dell’Università di Padova) e l’avionica e ha visto il lanciatore portare a compimento con successo la missione prevista,” spiega Pantaleone Carlucci.
L’attività fa parte dei lanci previsti nell’ambito del programma AVIOLANCIO il progetto di sviluppo del lanciatore satellitare aviotrasportato a propulsione ibrida e si inquadra all’interno delle attività avviate dal Comitato interministeriale per le politiche spaziali e la ricerca aerospaziale (COMINT) a favore dello sviluppo dei settori strategici definiti dagli “Indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale” dello scorso marzo 2019 prosegue Carlucci.
“Il lanciatore è stato sviluppato e realizzato da alcune piccole e medie imprese nazionali, sotto il coordinamento del CNR, che hanno integrato alcune tecnologie innovative attualmente disponibili, confermando ancora una volta il dinamismo del tessuto delle PMI di cui è ricco il panorama nazionale. La tecnologia propulsiva è in fase di sviluppo in Italia ormai da più di dieci anni, e rappresenta un’eccellenza internazionale in grado di combinare caratteristiche di assoluta sostenibilità ambientale, con alte prestazioni e costi ridottissimi. Con questo successo, si conferma ulteriormente l’efficacia della governance nel settore spaziale ma soprattutto l’efficacia del connubio e delle sinergie tra gli enti governativi, il settore accademico e degli enti di ricerca e il comparto industriale nazionale,” sottolinea Paciucci.
“L’Italia può annoverarsi oggi nel ristretto numero di paesi al mondo a disporre delle competenze e delle tecnologie per l’accesso autonomo allo spazio (le cosiddette ‘spacefaring nations’),” conclude il direttore del Cnr-Diitet Emilio Fortunato Campana. “Tuttavia, per far fronte alla sempre più elevata competizione internazionale, è necessario procedere nei prossimi anni allo sviluppo e alla crescita delle competenze su sistemi di lancio e di propulsione innovativi, nell’ottica della riduzione costi ma anche di incrementare l’autonomia commerciale e operativa dei lanciatori nazionali. La capacità di rispondere prontamente a emergenze di carattere ambientale e sociale mediante strumenti spaziali sono aspetti molto importanti che potranno essere sviluppati valutando anche l’impiego di sistemi innovativi e complementari agli attuali lanciatori europei, e le relative piattaforme di lancio”.
Nella foto un decollo di un caccia militare italiano F-2000A. Credito: AMI
Le notizie ufficiali che riguardano Il sistema AVIOLANCIO si fermano qui e non forniscono ulteriori informazioni , sia sul tipo di propulsione ibrida che sul velivolo che potrebbe essere utilizzato come piattaforma idi lancio aerea. Per quest'ultimo, alcuni esperti del settore ipotizzano potrebbe trattarsi del caccia militare F-2000A (più conosciuto come Eurofighter Typhoon) di cui l'Aeronautica Militare Italiana dispone di circa una novantina di esemplari. Si tratta di un caccia di quarta generazione e mezzo, secondo solo agli F-22 ed F-35 statunitensi e realizzato da un consorzio europeo nei primi anni 2000. Chiaramente, in questo caso, il carico utile che tali razzi potrebbero portare in LEO sarebbe di pochi chilogrammi e quindi destinato a micro o pico satelliti.
Un razzo a propellenti ibridi o razzo a litergolo è un endoreattore con un motore che impiega propellenti in diversi stati della materia — uno in forma solida e l'altro in forma gassosa o liquida. Il concetto di razzo ibrido risale almeno agli anni trenta. Fra i vantaggi, sia nei confronti dei razzi a propellente liquido che di quelli a propellente solido, vi sono quelli in termini di semplicità, sicurezza e costi. Poiché è quasi impossibile il mescolamento del combustibile e dell'ossidante (essendo in diversi stati della materia), questi razzi tendono ad avere malfunzionamenti meno critici. Come i razzi a propellente liquido possono essere spenti facilmente e la spinta può essere modulata in modo semplice. Per quanto riguarda poi l'impulso specifico teorico esso è generalmente superiore a quelli a propellente solido ed è approssimativamente equivalente ai razzi a propellente liquido che impiegano idrocarburi. Vi sono già esempi di utilizzi di questa propulsione nel campo del turismo spaziale con l'aerorazzo SpaceShipTwo di Virgin Galactic, che utilizza proprio un motore a propellenti ibridi.