L'Agenzia ha iniziato a definire i temi del programma scientifico denominato Voyage 2050, successore del Cosmic Vision attualmente in corso.
"La selezione dei temi del Voyage 2050 è un momento cruciale per il programma scientifico dell'ESA e per la futura generazione di scienziati e ingegneri spaziali", ha detto Günther Hasinger, Direttore scientifico dell'ESA. “Ora che Cosmic Vision ha preso forma con un piano chiaro fino alla metà degli anni 2030, dobbiamo iniziare a pianificare la scienza e la tecnologia di cui avremo bisogno per le missioni che vogliamo lanciare nei successivi decenni ed è per questo che siamo definendo oggi i temi scientifici di alto livello del piano Voyage 2050”.
A marzo 2019, l'ESA aveva pubblicato un bando per presentare le proposte, dal quale sono scaturite quasi 100 idee diverse e ambiziose. Successivamente distillate in una serie di temi scientifici. Il comitato di selezione era stato incaricato di considerare non solo la scienza legata alle prossime tre missioni di prima classe Jupiter Icy Moons Explorer, Athena e LISA ma di identificare anche potenziali tematiche per missioni di classe media nel lungo periodo. I risultati sono stati discussi il 10 giugno scorso con una riunione del Science Programme Committee dell'Agenzia.
I temi in breve
Lune dei pianeti giganti
"Indagare il potenziale di abitabilità dei mondi nel nostro Sistema Solare è essenziale per comprendere l'emergere della vita ed è di particolare rilevanza nella ricerca di pianeti simili alla Terra oltre il nostro Sistema Solare", si legge nel rapporto. Basandosi sull'eredità della missione Cassini-Huygens su Saturno e dell'imminente Jupiter Icy Moons Explorer dell'ESA, una futura missione nel Sistema Solare esterno si concentrerà sullo studio della connessione degli interni lunari oceanici e gli ambienti vicini alla superficie, cercando possibili biofirme. Il profilo della missione potrebbe includere un'unità in situ, come un lander o un drone.
Dai mondi potenzialmente abitabili alla Via Lattea
Dopo Cheope, Platone e Ariel, l'ESA si vuole concentrarsi sulle regioni meno meno accessibili della nostra Galassia e sullo studio degli esopianeti.
Il report dichiara: "La nostra Via Lattea contiene centinaia di milioni di stelle e pianeti insieme a materia oscura e materia interstellare, ma la nostra comprensione di questo ecosistema, un trampolino di lancio per comprendere il funzionamento delle galassie in generale, è limitata. Una comprensione dettagliata della storia della formazione della nostra Galassia, comprese le sue regioni nascoste, è la chiave per la nostra comprensione delle galassie in generale. Allo stesso tempo, la caratterizzazione degli esopianeti di tipo terrestre nel medio infrarosso, attraverso un primo spettro di emissione termica diretta dalle atmosfere, per capire meglio se ospitano condizioni di superficie veramente abitabili, sarebbe una svolta eccezionale".
Nuova fisica nell'Universo primordiale
Questo tema segue la scoperta scientifica di Planck e l'atteso ritorno di LISA e farebbe leva sui progressi compiuti nella strumentazione per aprire nuove strade di esplorazione.
Come è nato l'Universo? Come si sono formate ed evolute le prime strutture cosmiche e i buchi neri? Una serie di domande ancora senza risposta che potrebbero essere affrontate con sonde specializzate.
Missioni di classe media
Le missioni di classe media sono una componente chiave del programma scientifico dell'ESA e consentono all'Europa di condurre missioni autonome che rispondono a importanti domande scientifiche, con costi relativamente modesti. Venus Express, Mars Express e le imminenti missioni Euclid, Plato e Ariel ne sono un esempio.
Il comitato Voyage 2050 ha identificato temi in tutti i domini della scienza spaziale, dal Sistema Solare all'astrometria, all'astronomia, all'astrofisica e alla fisica fondamentale, dimostrando che la scienza rivoluzionaria può continuare a essere raggiunta entro il limite di costo delle missioni di classe media. Queste forniscono anche un modo per lìESA per partecipare a missioni più ambiziose con partner internazionali. Ciò potrebbe includere il contributo agli osservatori astronomici di prossima generazione della NASA, proprio come l'attuale partnership sul James Webb Space Telescope, o alle future missioni esterne del Sistema Solare