TextureCam

Credit: Kiri Wagstaff

Ogni rover che vaga su Marte porta con sé un bagaglio tecnologico estremamente costoso, che implica anche un complicato lavoro umano di revisione da terra.
Ma una nuova fotocamera, chiamata TextureCam dovrebbe sovvertire la situazione, snellendo la robotica per l'esplorazione planetaria, dotando i futuri rover della capacità di scegliere gli obiettivi scientifici più interessanti.

La nuova tecnologia, mirata a rendere i robot interplanetari più capaci, è stata sviluppata presso il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, California.

La distaza - luce tra Marte e la Terra è di circa 20 minuti, introducendo già ritardi tra messaggio ed esecuzione.
Per ovviare a questo, il team pianifica le attività, inviando poi al rover una sequenza di comandi.
La situazione, poi, diventa ancora più difficile per missioni più distanti, come potrebbe essere l'esplorazione della luna ghiacciata di Giove, Europa.

I primi test della nuova fotocamera sono avvenuti nel deserto del Mojave in California, famoso set per le simulazioni di ambienti extraterrestri.
I risultati, anche se siamo solo in una fase iniziale, hanno mostrato che la tecnologia potrebbe dare la giusta priorità alle rocce scientificamente più interessanti.

I rover del futuro avrebbero così più intelligenza rispetto al moderno Curiosity, che attualmente sta esplorando il Pianeta Rosso, diregendosi verso le pendici del monte Sharp.

Anche se grazie ai recenti aggiornamenti software, Curiosity è in grado di operare in modalità autonav per la prima volta su Marte, non è in grado di scegliere le rocce migliori ma ha necessariamente bisogno dei suggerimenti del suo team da Terra. Se Curiosity è fuori portata di un orbiter marziano, i caricamenti sono dolorosamente lenti, circa 250 volte più lenti di una tipica rete di telefonia cellulare 3G terrestre.

TextureCam, invece, al rover basterebbero poche informazioni iniziali, per capire cosa cercare: sarebbe capace di scattare foto 3D con telecamere stereo ed individuare le texture per capire cosa ha fotografato.

Il processore potrebbe anche determinare la dimensione delle rocce e la loro distanza.

A questo punto, la sua decisione per selezionare gli obiettivi più interessanti, potrebbe avere la priorità i sui comandi inviati da Terra.

La ricerca è stata dettagliata nell'edizione del 27 agosto delle rivista Geophysical Research Letters.