Queste cellule svolgono un ruolo importante nel sistema immunitario, impedendo il verificarsi di reazioni immunitarie eccessive.  Nelle malattie autoimmuni, la carenza di cellule T regolatorie può consentire al sistema immunitario di attaccare i tessuti del corpo stesso, mentre nel cancro un eccesso di attività da parte di queste cellule impedisce al sistema immunitario di distruggere le cellule tumorali.

 

La microgravità e la salute umana

La microgravità nello spazio perturba la fisiologia umana ed è dannosa per la salute degli astronauti, un fatto noto fin dalle prime missioni Apollo quando gli astronauti hanno sperimentato disturbi dell'orecchio interno, aritmia cardiaca, bassa pressione sanguigna, disidratazione e perdita di calcio nelle ossa. Un dettaglio sorprendente riscontrato fin dagli arbori del volo spaziale umano è che più della metà degli astronauti si è ammalata di raffreddore o altre infezioni entro una settimana dal ritorno sulla Terra. Alcuni astronauti hanno persino sperimentato la riattivazione di virus dormienti, come quello della varicella. Questi risultati hanno stimolato studi sugli effetti della gravità debole, o "microgravità", sul sistema immunitario, che gli scienziati hanno esplorato in decenni di lanci con equipaggio, viaggi di navette e soggiorni in stazioni spaziali, o talvolta simulando le condizioni spaziali nei laboratori terrestri.

Le Treg normalmente vengono attivate per ridurre le risposte immunitarie quando l'infezione non è più minacciata. Ma in condizioni di microgravità il loro comportamento cambia.

 

Treg in microgravità

Quando i ricercatori hanno stimolato una risposta immunitaria nelle cellule umane da campioni di sangue in microgravità, con una sostanza chimica utilizzata per imitare un agente patogeno, hanno scoperto che le Treg hanno contribuito a sopprimere la risposta immunitaria che era stata attivata. La scoperta inaspettata è stata pubblicata sulla rivista Nature Scientific Reports.

Hughes-Fulford è diventata la prima donna payload specialist ad orbitare intorno alla Terra con i suoi esperimenti nel 1991 e per decenni, fino alla morte per leucemia a febbraio di quest'anno, ha studiato gli effetti della microgravità sulla salute, prima con focus sull'osteoporosi e poi concentrandosi sul sistema immunitario. Grazie alla sua grande esperienza, ha fatto da mentore agli aspiranti scienziati spaziali, compresi i principali ricercatori di questo ultimo studio.

Il nuovo documento ha portato avanti la sua ricerca, confermando alcune delle scoperte precedenti. Ad esempio, Hughes-Fulford aveva già identificato risposte più deboli dai linfociti T del sistema immunitario, alcuni dei quali attaccano direttamente agenti patogeni specifici mentre altri aiutano a orchestrare la risposta immunitaria.

"È un doppio smacco", ha detto il Brice Gaudilliere, Ph.D. e professore associato presso il Dipartimento di Anestesia della Stanford University School of Medicine. "C'è uno smorzamento delle risposte di attivazione immunitaria dei linfociti T, ma anche un'esacerbazione delle risposte immunosoppressive da Treg". I ricercatori hanno anche scoperto che i linfociti "Natural Killer" erano meno attivi in condizioni di microgravità simulata, mentre le cellule B che producono anticorpi sembravano non essere interessate.

Jordan Spatz, scienziato spaziale e studente di medicina dell'UCSF, tra gli autori del documento, ha osservato: "All'inizio del programma spaziale, la maggior parte degli astronauti erano giovani ed estremamente sani, ma ora tendono ad avere molto più addestramento e sono più anziani. Inoltre, a parte gli astronauti, con i voli spaziali commerciali ci saranno molti individui più anziani e meno sani che sperimenteranno la microgravità. Da una prospettiva medica spaziale, vediamo che la microgravità fa molte cose brutte al corpo umano e speriamo di poterne mitigare alcuni degli effetti durante i viaggi nello spazio"

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