Il decollo del razzo Sojuz-2.1b, alto 46 metri, è avvenuto alle 7:14, locali, (le 0:14 italiane) di lunedì 26 aprile, dalla rampa di lancio a Vostochny, il più recente spazioporto russo. Volando verso nord, il vettore ha lasciato cadere i suoi quattro booster del primo stadio circa due minuti dopo il decollo. Le riprese in diretta, dalle telecamere montate sul vettore, hanno mostrato i booster che si staccavano dallo stadio principale della Sojuz, seguiti, pochi istanti dopo, dalla separazione della copertura del carico utile che proteggeva i 36 satelliti OneWeb durante la salita iniziale attraverso l'atmosfera. A quasi cinque minuti dall'inizio della missione, lo stadio principale della Sojuz si è spento ed è ricaduto in mare, mentre il motore del terzo stadio del razzo si accendeva. Lo stadio superiore Fregat, realizzato dal Lavochkin Research and Production Association, Khimki, si è separato e si è acceso circa 10 minuti dopo il decollo per posizionare i 36 satelliti OneWeb in un'orbita di trasferimento preliminare. Una seconda accensione del motore principale Fregat è stata eseguita un'ora dopo ed ha inserito i satelliti in un'orbita alta 450 chilometri. I satelliti sono stati rilasciati da un'apposito distributore quattro alla volta, con i propulsori di controllo del Fregat che venivano accesi tra ogni separazione per garantire una corretta spaziatura tra i veicoli spaziali. Lo stadio superiore Fregat ha rilasciato il quartetto di satelliti finali quasi quattro ore dopo il lancio. Arianespace, che fornisce servizi di lancio per OneWeb, ha confermato la riuscita separazione di tutti i 36 satelliti dallo stadio Fregat. "Congratulazioni a tutti i team che hanno reso questa ultima missione dal Vostochny Cosmodrome un successo," ha dichiarato Stéphane Israël, Amministratore Delegato di Arianespace. "Questo lancio conferma ancora una volta la capacità di Arianespace di schierare la costellazione OneWeb attraverso l'uso di tre diversi siti di lancio Sojuz: nella Guyana francese, in Kazakistan e in Russia". In una dichiarazione post-lancio, la OneWeb ha affermato che il suo team di terra ha acquisito i segnali da tutti i satelliti, confermando che i veicoli spaziali erano funzionanti dopo il dispiegamento in orbita.

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Nella foto il decollo del razzo Sojuz-2.1b dalla rampa del Cosmodromo russo di Vostochny, nella regione orientale di Amur. Credit: Roscosmos.

 Ogni veicolo spaziale aprirà i pannelli solari, che generano energia, e accenderà i propulsori al plasma, alimentati allo xeno, per raggiungere un'altitudine operativa di 1.200 chilometri, nel corso dei prossimi mesi. I 36 satelliti - ciascuno delle dimensioni di un mini-frigo - sono stati costruiti in Florida, vicino al Kennedy Space Center della NASA, da una joint venture tra OneWeb e Airbus. Con il lancio di domenica, la flotta di OneWeb dispone di 182 veicoli spaziali in orbita per una costellazione pianificata di 648 satelliti che trasmetteranno segnali Internet a banda larga in tutto il mondo. Una volta implementata, la costellazione OneWeb abiliterà terminali utente in grado di offrire copertura 3G, LTE, 5G e Wi-Fi, fornendo accesso ad alta velocità a livello globale - via aerea, marittima e terrestre. La OneWeb, con sede a Londra, ha affermato che il lancio di domenica è il terzo di una serie di cinque missioni Sojuz che consentiranno alla rete di fornire la connettività iniziale agli utenti a nord di 50 gradi di latitudine. I cinque lanci sono iniziati a dicembre - dopo che OneWeb è uscita da una procedura fallimentare lo scorso anno - seguiti da un altro volo Sojuz il 25 marzo. I prossimi due lanci di OneWeb, dopo questo di domenica (22:14 UTC), sono indicativamente previsti per il 27 maggio e il 1° luglio, sempre da Vostochny, secondo quanto riportato dai media russi. "Il programma 'Five to 50' di OneWeb mira a connettere gli utenti di dati a banda larga nell'emisfero settentrionale, con servizi che coprono il Regno Unito, l'Alaska, il Nord Europa, la Groenlandia, l'Islanda, i mari artici e il Canada," ha affermato OneWeb in una nota. "Il servizio sarà pronto per iniziare entro la fine dell'anno, con un servizio globale disponibile nel 2022". Quattro lanci di Sojuz per OneWeb sono programmati anche dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, entro la fine dell'anno, ciascuno con più di 30 satelliti. Ricapitolando, i primi sei satelliti OneWeb sono stati orbitati con successo da Arianespace sul volo Sojuz VS21, dalla Guyana francese, il 27 febbraio 2019. Il 7 febbraio 2020, Arianespace e la sua affiliata Starsem hanno lanciato con successo 34 satelliti OneWeb dal cosmodromo di Baikonur sul volo Sojuz ST27. Il 21 marzo 2020, il team ha consegnato con successo altri 34 satelliti in orbita sul volo Sojuz ST28. Il 18 dicembre 2020, la prima Sojuz di Vostochny ha piazzato con successo in orbita 36 satelliti sul volo ST29. Il 25 marzo 2021, la seconda Sojuz di Vostochny ha posizionato con successo in orbita 36 satelliti sul volo ST30.

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Nell'illustrazione artistica un satellite della costellazione OneWeb in orbita. Credit: OneWeb.

 Il lancio di domenica è stato quindi il sesto di 19 missioni Sojuz dedicate per dispiegare la flotta di OneWeb. "Voglio ringraziare sinceramente OneWeb per la sua fiducia," ha detto Israël. "Sono lieto che la nostra azienda abbia contribuito - per la sesta volta - all'ambizione finale di questo cliente di fornire l'accesso a Internet a tutti, ovunque e in qualsiasi momento".

OneWeb aveva dichiarato bancarotta l'anno scorso dopo aver avuto problemi con la raccolta fondi. Il governo del Regno Unito e l'operatore indiano di telecomunicazioni mobili Bharti Global hanno acquistato OneWeb, con sede a Londra, e centri operativi satellitari in Gran Bretagna e Virginia. OneWeb ha acquistato i lanci Sojuz da Arianespace, che supervisiona i voli Sojuz dal Centro spaziale della Guiana, in Sud America. Attraverso la sua controllata Starsem, Arianespace gestisce anche i servizi di lancio commerciale di Sojuz dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan e da Vostochny, in Russia. La fitta serie di lanci pianificati da OneWeb è superata solo da quella di SpaceX, che sta implementando una rete di migliaia di satelliti Starlink per fornire servizi Internet globali. Altre società, come Amazon e Telesat, stanno sviluppando le proprie costellazioni Internet satellitari, ma nessuna delle due ha ancora iniziato a lanciare veicoli spaziali operativi. Il colosso Amazon, ad esempio, con il programma di internet spaziale Kuiper composta da oltre 3200 satelliti, ha siglato un contratto per cinque lanci con il vettore Atlas 5 di ULA (United Launch Alliance), anche se non è specificato quando inizieranno. Il ritardo nel debutto del lanciatore New Glenn di Blue Origin ha, senza dubbio, influito sulla scelta del vettore per i primi dispiegamenti di Kuiper. Finora, la SpaceX è la più vicina a entrare nel servizio commerciale, seguito da OneWeb. Le iniziative commerciali sono progettate per trasmettere segnali Internet a comunità svantaggiate, navi e aerei commerciali e militari e altri clienti remoti. L'attenzione iniziale di SpaceX si è concentrata sul mercato consumer della banda larga, ma anche l'esercito statunitense ha testato i servizi Starlink. OneWeb ha enfatizzato la vendita di servizi a governi e aziende e la società ha affermato di aver recentemente dimostrato la sua connettività Internet anche all'esercito statunitense. Utilizzando la propria flotta di lanciatori Falcon 9 riutilizzabili, la SpaceX ha fatto un balzo in avanti rispetto a OneWeb nel lancio di satelliti. SpaceX ha già dispiegato 1.445 satelliti Starlink fino ad oggi, inclusi prototipi e veicoli spaziali guasti. L'azienda afferma di avere più di 1.300 satelliti attivi, al momento, nella sua costellazione. Il design della rete Starlink di SpaceX, che vola più vicino alla Terra, richiede più satelliti per fornire un servizio globale rispetto alla flotta di OneWeb. SpaceX afferma che posizionare i suoi satelliti ad altitudini inferiori riduce però il rischio che il veicolo spaziale diventi una fonte a lungo termine di spazzatura spaziale, un problema sempre più urgente visti i numeri dei veicoli in orbita.