I lanci orbitali del periodo che va dal 24 febbraio al 4 marzo sono iniziati con una missione cinese.

Alcune settimane dopo il lancio di un precedente trio di satelliti militari cinesi, un'altra tripletta di veicoli spaziali è decollata con successo il 24 febbraio a bordo di un razzo Lunga Marcia 4C in una missione segreta che, secondo gli analisti, potrebbe comportare lo spionaggio di forze navali straniere. La tripletta Yaogan 31-03 è stata lanciata alle 10:22, ora di Pechino (le 03:22 italiane) dalla rampa LC 94/43 della base spaziale di Jiuquan nel deserto del Gobi, nella Cina nord-occidentale. Funzionari cinesi hanno dichiarato il successo del lancio, e i dati di tracciamento militari statunitensi hanno indicato che il razzo Lunga Marcia 4C a tre stadi, alimentato a liquido, ha consegnato i satelliti Yaogan 31 su un'orbita di 1.100 chilometri di altitudine, con un'inclinazione di 63,4 gradi a l'equatore. L'agenzia di stampa statale cinese Xinhua ha riferito che i satelliti Yaogan 31 "saranno utilizzati per indagini sull'ambiente elettromagnetico e altri test tecnologici correlati". Il nome Yaogan è usato per i satelliti militari cinesi. I satelliti Yaogan trasportano strumenti ottici, radar e di intelligence dei segnali ad alta risoluzione, raccogliendo informazioni per l'analisi da parte delle agenzie militari e di intelligence cinesi. La tripletta di satelliti lanciata il 24 febbraio è il terzo trio di satelliti di tipo Yaogan 31 lanciati dalla Cina, dopo i voli Lunga Marcia 4C nell'aprile 2018 e di quello del 29 gennaio. Analisti indipendenti ritengono che i satelliti Yaogan 31 abbiano una missione di ricognizione marittima per aiutare l'esercito cinese e le autorità che seguono i movimenti navali stranieri. Prima del 2018, la Cina ha lanciato cinque missioni Lunga Marcia 4C con triplette Yaogan nella stessa orbita alta. Quei voli potrebbero aver dispiegato generazioni precedenti di satelliti per la sorveglianza marittima. Il lancio di altri tre satelliti Yaogan 31 il 24 febbraio ha segnato il quinto tentativo di lancio orbitale della Cina del 2021. Quattro di queste missioni hanno avuto successo. La Cina ha in programma più di 40 lanci spaziali quest'anno, incluso il volo missilistico Lunga Marcia 5B per la messa in orbita del modulo centrale della stazione spaziale permanente cinese, seguita da missioni cargo e con equipaggio nel nascente complesso orbitale.

Quattro giorni dopo, il 28 febbraio era l'India che raggiungeva l'orbita terrestre. La terza variante PSLV-DL dell'India consegnato regolarmente in orbita il satellite di osservazione della Terra, Amazonia 1, del Brasile assieme a 18 microsatelliti. dal. Il decollo del razzo è avvenuto dalla prima rampa di lancio del Satish Dhawan Space Center a Sriharikota, il 28 febbraio 2021 alle 10:24 locali (le 5:54 italiane). Il razzo vettore indiano PSLV-DL utilizza anche due motori solidi, per la spinta inziale, PS0M-XL.

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Nella foto il razzo PSLV C51 durante la fase di MaxQ, massima pressione dinamica. Credit: ISRO

Il razzo a 4,5 stadi, eseguendo la missione numero C51, ha acceso i motori dei due booster per 1 minuto e 10 secondi, ed il suo primo stadio S139 a solido per 1 minuto e 50 secondi. Il secondo stadio con il motore Vikas, alimentato a UDMH / N2O4, per 2 minuti e 33 secondi, e il suo terzo stadio a motore solido PS3 per 3 minuti e 52 secondi. Infine, dopo un periodo di volo inerziale, è stato acceso il suo quarto stadio, alimentato con MMH / MON dove i suoi due motori L-2-5 hanno fornito la spinta finale per l'inserimento orbitale. Il satellite, da 637 kg di peso, si è separato su un'orbita sincrona solare di circa 750 km x 98,51 gradi di inclinazione. Altri due accensioni del motore del quarto stadio PS4 hanno quindi abbassato l'orbita a circa 500 x 560 km x 97,38 gradi per il dispiegamento dei 18 microsatelliti. Amazonia 1 è il primo satellite di osservazione della Terra completamente progettato, integrato, testato e gestito dal Brasile, secondo INPE, una divisione del Ministero della Scienza, della Tecnologia, dell'Innovazione e delle Comunicazioni del Brasile. Con il tipo di orbita raggiunta, Amazonia 1 sorvolerà diverse parti del mondo all'incirca alla stessa ora del giorno, consentendo ai suoi strumenti di ripresa di osservare l'ambiente in condizioni di illuminazione simili durante i quattro anni di missione del satellite. I funzionari dell'ISRO hanno confermato che il razzo ha inserito il veicolo spaziale brasiliano nell'orbita corretta. Funzionari del centro di controllo del lancio hanno affermato che Amazonia 1 ha esteso i suoi pannelli solari per la generazione di energia e che le squadre di terra hanno stabilito un contatto con il nuovo satellite dopo il suo arrivo nello spazio. "In questa missione, l'India e l'ISRO si sentono estremamente orgogliosi, onorati e felici di lanciare il primo satellite progettato, integrato e gestito dal Brasile," ha affermato K. Sivan, presidente dell'Indian Space Research Organisation. “Le mie più sentite congratulazioni alla squadra brasiliana per questo risultato. Il satellite è in ottima salute, i pannelli solari sono aperti e funzionano molto bene. Permettetemi di congratularmi e complimentarmi con l'intera squadra brasiliana". Marcos Pontes, ex astronauta ed ora ministro brasiliano della scienza, della tecnologia, dell'innovazione e delle comunicazioni, ha osservato il lancio dal centro spaziale indiano. Nelle osservazioni dopo il lancio, Pontes ha detto che è stata una "giornata molto, molto felice". "Lavoriamo su questo satellite da molti anni e questo momento rappresenta una pietra miliare molto importante," ha detto Pontes. Il satellite Amazonia 1 trasporta un imager ottico grandangolare con una risoluzione di 64 metri. Lo strumento di imaging acquisirà immagini di un'area che si estende fino a 850 chilometri di larghezza, consentendo al satellite di osservare un'ampia fascia del pianeta su ciascuna orbita. L'ampia area di visualizzazione del satellite consentirà di rivisitare la stessa parte del mondo ogni cinque giorni, hanno detto i funzionari. L'Amazzonia 1 monitorerà anche l'agricoltura in Brasile e in altre regioni del pianeta, ha affermato l'INPE. Amazonia 1 lavorerà in tandem con i satelliti CBERS 4 e CBERS 4A sviluppati in collaborazione tra Cina e Brasile. In quelle missioni, la Cina ha costruito e lanciato i satelliti, mentre il Brasile ha fornito l'hardware degli strumenti.

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Nell'immagine, la squadra di tecnici brasiliani con il satellite Amazonia 1, al centro di lancio indiano. Credit: Spaceflight

I 18 carichi utili più piccoli, trasportati dal PSLV in orbita, includono 12 minuscoli satelliti SpaceBEE di Swarm Technologies. I piccoli nodi di trasmissione dati pesano ciascuno meno di 1 chilogrammo. "BEE" in SpaceBEE sta per Basic Electronic Element. Swarm, con sede nella Silicon Valley, sta sviluppando una flotta di comunicazioni satellitari a bassa velocità di dati che la società afferma potrebbe essere utilizzata da auto connesse, sensori ambientali remoti, operazioni agricole industriali, trasporti, contatori intelligenti e per messaggi di testo nelle aree rurali fuori gamma di reti terrestri. Ciascuno degli SpaceBEE ha le dimensioni di una fetta di pane. Il lancio di 12 nuovi satelliti è avvenuto un mese dopo che SpaceX aveva lanciato 36 SpaceBEE per Swarm in una missione di rideshare decollata da Cape Canaveral, in Florida. Inoltre a bordo c'era un CubeSat chiamato NanoConnect 2 sviluppato da studenti messicani presso l'Universidad Nacional Autónoma de México, o UNAM, a Città del Messico. NanoConnect 2 testerà alimentazione, computer, comunicazioni e sistemi satellitari meccanici nell'ambiente spaziale. Il PSLV infine trasportava anche cinque nanosatelliti indiani provenienti da istituzioni accademiche e dall'esercito indiano.

Appena quattro ore più tardi l'attenzione si spostava al sito di lancio di Baikonur, nel Kazakistan. Il razzo Sojuz-2.1b è decollato dalla rampa di lancio del Sito 31 alle 11:55:01 ora locali (le 7:55 italiane) e rapidamente è scomparso in un velo di nebbia che incombeva sul steppe ghiacciate del Kazakistan. I motori alimentati a cherosene del razzo hanno generato quasi 454 tonnellate di spinta per staccarsi dalla rampa di lancio.

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Nell'immagine, il decollo del razzo vettore Sojuz 2.1b da Baikonur con il satellite Arktika-M 1. Credit: Roscosmos

La Sojuz si è diretta a nord-est da Baikonur e ha lasciato cadere i suoi quattro booster del primo stadio circa due minuti dopo il decollo. Il secondo stadio del razzo, o stadio centrale, ha continuato a funzionare fino a poco prima dei cinque minuti della missione. L'ogiva protettiva del carico utile Sojuz è stata rilasciata dopo che il razzo ha superato gli strati più bassi e densi dell'atmosfera. Il terzo stadio, alimentato da un motore RD-0124, si è acceso per accelerare il satellite Arktika-M 1 e lo stadio superiore Fregat a velocità quasi orbitale. Lo stadio superiore Fregat, con il satellite Arktika-M 1, si è separato dal terzo stadio della Soyuz a T + 9 minuti e 23 secondi, seguito subito dalla prima accensione del motore principale del Fregat per raggiungere un'orbita di parcheggio preliminare. Si prevedeva che altre due accensioni del motore Fregat avrebbero spinto il veicolo spaziale Arktika-M 1 in un'orbita altamente ellittica, o di forma ovale, compresa tra circa 1.050 e 39.800 chilometri. Il satellite Arktika-M 1, del peso di 2.200 chilogrammi, avrebbe dovuto essere rilasciato dal rimorchiatore spaziale Fregat alle 10:14 italiane, circa 2 ore e 19 minuti, dopo il decollo. Roscosmos, l'agenzia spaziale russa, ha confermato che il satellite Arktika-M 1 si è separato regolarmente dal suo veicolo di lancio sull'orbita bersaglio. Dmitry Rogozin, capo di Roscosmos, ha twittato che i pannelli solari del satellite si sono aperti come previsto e che i team di terra hanno stabilito comunicazioni con il veicolo spaziale. "Tutto bene!" ha twittato Rogozin. Secondo Rogozin il lancio della Sojuz domenica è avvenuto in condizioni che erano al "limite estremo" dei vincoli meteorologici del razzo. I venti fino ad un'altitudine di 2 chilometri erano particolarmente forti, ha twittato Rogozin. "Ma il razzo e il suo sistema di controllo hanno funzionato brillantemente," ha scritto. Nel suo percorso allungato attorno alla Terra, chiamato anche orbita di tipo Molniya, il satellite Arktika-M 1 impiegherà circa 12 ore per completare un giro intorno al pianeta. L'orbita del satellite ha un'inclinazione di circa 63,3 gradi, il che significa che Arktika-M 1 si soffermerà sopra l'emisfero settentrionale quando sarà più lontano dalla Terra, fornendo ai suoi strumenti una visione dei modelli meteorologici artici per più ore su ciascuna orbita. Con due satelliti in orbita posizionati a 180 gradi l'uno dall'altro, la rete Arktika potrebbe fornire una copertura 24 ore su 24 sull'Artico. Arktika-M 1 è il primo di una nuova serie di satelliti progettati per fornire dati meteorologici persistenti sull'Artico russo, sede di risorse naturali economicamente redditizie, riserve energetiche e una regione importante per le operazioni militari russe.

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Nella foto il satellite Arktika-M 1 in fase di preparazione al lancio. Credit: Roscosmos

I satelliti Arktika-M sono costruiti da NPO Lavochkin, la stessa compagnia russa che costruisce gli stadi superiori Fregat. Il satellite Arktika-M 1 si basa sul progetto dei satelliti meteorologici russi Elektro-L che volano in orbita geostazionaria sopra l'equatore. Gli osservatori meteorologici in orbita geostazionaria raccolgono immagini 24 ore al giorno sulla stessa parte della Terra, ma non sono in grado di osservare i sistemi meteorologici su regioni ad alta latitudine. Secondo Roscosmos, l'agenzia spaziale russa, i satelliti Arktika-M otterranno immagini a colori delle nuvole e della superficie terrestre nell'Artico. I satelliti Arktika-M ospitano anche ricevitori e trasmettitori radio per trasmettere informazioni da stazioni meteorologiche e fari di ricerca e soccorso nelle regioni polari, che sono inaccessibili ai satelliti geostazionari convenzionali. Oltre alle osservazioni meteorologiche e al supporto delle comunicazioni di emergenza, i satelliti Arktika-M aiuteranno a prevedere l'attività del brillamento solare, misurare la radiazione attraverso le fasce di Van Allen e raccogliere dati sulla magnetosfera e ionosfera terrestre. Roscosmos ha specificato che gli ingegneri hanno modificato il progetto del veicolo spaziale utilizzato per i satelliti meteorologici Elektro-L della Russia per renderlo adatto al programma Arktika. Le modifiche includono ulteriore protezione alle radiazioni e batterie solari per affrontare le sfide dell'orbita ellittica di Molniya.

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Nell'immagine, il decollo del razzo vettore Falcon 9 dal Kennedy Space Center con Starlink 17. Credit: SpaceX

Ci spostiamo ora alla SpaceX, che è tornata al volo spaziale meno di tre settimane dopo aver subito il primo fallimento dell'atterraggio del Falcon 9 in quasi un anno, posizionando con successo altri 60 satelliti Starlink in orbita e recuperando il primo stadio B1049 per l'ottava volta, la 75esima complessiva dal 2015. Il decollo del Falcon 9/Starlink 17 è avvenuto alle 3:24 a.m. EST (le 9:24 italiane) del 4 marzo dalla rampa di lancio 38A del Kennedy Space Center. Dopo un lancio perfetto i 60 satelliti Starlink sono stati rilasciati dallo stadio superiore del Falcon 9 alle 4:29 EST (le 10:29 italiane) mentre volavano a 278 chilometri sopra la Terra, appena a sud della Nuova Zelanda. Forse la singola missione SpaceX più torturata di sempre, la missione Starlink V1 L17 (Starlink-17) di oggi, ha subito non meno di una dozzina di ritardi distinti da quando era stata programmata per la prima volta a fine gennaio. Mentre altre missioni SpaceX sono state ritardate più a lungo di Starlink-17, nessun'altra missione - a parte, forse, il debutto al lancio di Falcon Heavy - è stata colpita da più ritardi consecutivi. Indipendentemente da ciò, quella corsa in salita è ora finita e un altro lotto di 60 satelliti Starlink è al sicuro in orbita. Non meno importante dei lanci di Starlink, il Falcon 9, booster B1049, ha anche segnato il suo ottavo atterraggio sulla nave drone, in questo caso la OCISLY (Of Course I Still Love You) posizionata a 630 km al largo della Florida ed è persino riuscito a evitare di esplodere pochi minuti dopo l'atterraggio. La perdita del primo stadio della missione precedente, il B1059, aveva segnato il primo fallimento nell'atterraggio di un primo stadio del Falcon 9 in quasi un anno intero e più di due dozzine di recuperi riusciti. In una conferenza stampa del 2 marzo, per l'imminente lancio della Crew Dragon con l'equipaggio "Crew-2" di SpaceX, la società ha rivelato che il fallimento dell'atterraggio di Starlink-19 è avvenuto dopo il terzo guasto in volo ad un motore nella storia di oltre 100 lanci del Falcon 9. La causa: un foro in una guarnizione flessibile simile a una gonna che protegge le parti interne sensibili di uno dei nove motori Merlin 1D del booster dall'ambiente infernale al termine della sua attività.

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Nell'immagine, il primo stadio B1049 che centra perfettamente l'atterraggio sulla chiatta OCISLY. Credit: SpaceX

Con questa missione i satelliti della costellazione Starlink lanciati da SpaceX hanno raggiunto la cifra di 1.205, anche se 63 di essi sono stati intenzionalmente fatti uscire dall'orbita o sono rientrati nell'atmosfera dopo un guasto, ed altri 20 sembrano non poter manovrare e paiono vicini a ricadere. La SpaceX è comunque sulla buona strada per completare l'implementazione della sua tranche iniziale di 1.584 satelliti Starlink, compresi quelli di riserva, entro la fine dell'anno. Ma SpaceX non si fermerà qui, con l'intenzione di lanciare ulteriori "treni" orbitali di satelliti Starlink in orbita polare per consentire la copertura globale, con una flotta di prima generazione per un totale di circa 4.400 veicoli spaziali. La Federal Communications Commission americana ha autorizzato la SpaceX a far funzionare fino a 12.000 satelliti Starlink. L'azienda sta già fornendo un livello di servizio intermedio su parti della Terra, come il Canada, le parti settentrionali degli Stati Uniti e il Regno Unito. Il beta testing dei servizi Starlink è già in corso con gli utenti in quelle regioni. SpaceX accetta anche preordini da parte dei consumatori Starlink, che possono pagare 99 dollari di prenotazione per ottenere il servizio Starlink quando sarà disponibile nella loro zona. Secondo SpaceX, per le persone negli Stati Uniti meridionali e in altre regioni a bassa latitudine, ciò dovrebbe arrivare entro la fine del 2021. Una volta avuta conferma, i clienti pagheranno 499 dollari per un'antenna e un modem Starlink, più 50 dollari per la spedizione e la gestione. Un abbonamento verrà infine siglato per 99 dollari al mese. Il ricco programma di lancio di SpaceX continua con la prossima missione Falcon 9 che partirà mercoledì prossimo dal pad 40 della Cape Canaveral Space Force Station con altri 60 satelliti Starlink. Quel volo è previsto per le 03:55 italiane, seguito da altri lanci di Falcon 9 con i satelliti Starlink nelle settimane a seguire.