Dovremo aspettare un altro anno per vedere il gigantesco razzo orbitale di Blue Origin decollare per lo spazio. Blue Origin, gestita dal fondatore di Amazon.com Jeff Bezos, ha annunciato il 25 febbraio che ha posticipato la data prevista per il lancio del suo vettore pesante New Glenn dalla fine del 2021 al quarto trimestre del 2022. "Questo obiettivo di volo inaugurale aggiornato segue la recente decisione della Space Force di non selezionare New Glenn per il National Security Space Launch (NSSL) Phase 2 Launch Services Procurement (LSP)," hanno scritto oggi i rappresentanti di Blue Origin in un aggiornamento. Infatti sia la Blue Origin che la Northrop Grumman hanno perso, contro SpaceX e United Launch Alliance, nella gara per una serie di lanci per la sicurezza nazionale USA, che la Space Force ha annunciato nell'agosto 2020. Jarrett Jones, vicepresidente senior di Blue Origin, ha dichiarato che perdere questo contratto è costato a Blue Origin circa 3 miliardi di dollari. Il rinvio del primo volo del New Glenn, per l’azienda è quindi dovuto a considerazioni economiche, oltre che tecniche. New Glenn è un razzo a due stadi alto 98 metri e prende il nome dall'astronauta della NASA John Glenn, che nel febbraio 1962 divenne il primo americano a girare intorno alla Terra. (Il cosmonauta Yuri Gagarin è stata la prima persona in assoluto, a portare a termine l'impresa nell'aprile 1961.) Il primo stadio, riutilizzabile, sarà dotato di sette motori BE-4, realizzati dalla stessa Blue Origin, ed alimentati a metano ed ossigeno liquido. Il secondo stadio sarà invece fornito di due motori BE-3 ad idrogeno ed ossigeno liquidi mentre l'ogiva di protezione del carico utile sarà di 7 metri di diametro, la più grande al mondo e con oltre il doppio di volume per i carichi utili rispetto alla concorrenza. Secondo quanto indicato sulla pagina web dell'azienda, riguardo le specifiche del razzo, quando sarà attivo e in funzione, sarà in grado di lanciare 45 tonnellate nell'orbita bassa terrestre e 13 in trasferimento geostazionario. Bezos ha dichiarato che spera che New Glenn possa far volare sia persone che carichi utili nello spazio. Ogni primo stadio di New Glenn sarà in grado di compiere 25 missioni, affermano i rappresentanti di Blue Origin. Poco dopo il decollo, il booster tornerà sulla Terra e atterrerà su una nave posizionata nell'oceano, come abbiamo già visto con i primi stadi dei razzi Falcon 9 e Falcon Heavy di SpaceX. La nave, ribattezzata Jacklyn in omaggio alla madre di Bezos, si trova attualmente nel porto di Pensacola per le modifiche necessarie per diventare la piattaforma di atterraggio del primo stadio del New Glenn.
Nell'illustrazione il New Glenn a confronto dimensionale con alcuni vettori del passato e del presente. Credit: Blue Origin
Tale riutilizzo è la chiave della visione generale di Blue Origin, che implica aiutare l'umanità a estendere la propria impronta fino alla frontiera finale. Ad esempio, la combinazione di razzi-capsula New Shepard dell'azienda, progettata per trasportare persone e carichi utili in voli suborbitali, è completamente riutilizzabile. Un veicolo New Shepard ha effettuato sette voli di prova senza equipaggio, atterrando ogni volta con successo, l'ultima lo scorso 16 gennaio. New Shepard non è ancora operativo, ma i suoi primi voli spaziali con equipaggio potrebbero avvenire presto.
Blue Origin continua a fare buoni progressi su New Glenn e sulla sua rampa di lancio presso la Cape Canaveral Space Force Station in Florida. Sono stati infatti pubblicati alcuni video di aggiornamento. Nel primo viene mostrata la rampa LC-36 alla Space Force Station di Cape Canaveral. Questo sito storico ha ospitato oltre 140 lanci di razzi Atlas II e III, comprese le missioni Mariner, Pioneer e Surveyor. Il complesso ricostruito ospiterà anche l'integrazione del carico utile di New Glenn e i centri di ristrutturazione della prima fase. Nel secondo video si può ammirare l'interno dell'hangar di 180000 m2 che verrà utilizzato per produrre, integrare e gestire New Glenn sulla Space Coast della Florida. Qui è ospitato un modello in scala reale del primo stadio del New Glenn che serve per testare procedure ed operazioni. Per i lanci su orbite polari ad alta inclinazione, è in ideazione un complesso di lancio sulla costa occidentale, presso la base dell'aeronautica di Vandenberg.
Nell'immagine, tratta da un video di Blue Origin, il modello in scala reale del New Glenn all'interno dell'hangar a Cape Canaveral. Credit: Blue Origin
Gli stadi dei razzi, le carenature del carico utile e gli adattatori saranno costruiti e integrati in Florida a meno di 15 km dalla rampa di lancio. Il complesso ospiterà anche i centri di lancio e controllo missione. La società ha già siglato contratti di lancio di New Glenn con Eutelsat, Mu Space, OneWeb, Sky Perfect JSAT e Telesat, come ha osservato Space News. E la NASA ha recentemente reso New Glenn idoneo a competere per contratti nell'ambito del programma Launch Services II dell'agenzia, che si applica ai lanci fino a dicembre 2027.
"New Glenn sta procedendo per soddisfare i suoi attuali contratti commerciali, perseguire un mercato commerciale ampio e in crescita e stipulare nuovi contratti di lancio nello spazio civile," hanno scritto i rappresentanti di Blue Origin nell'aggiornamento di oggi. "Speriamo di lanciare carichi utili NSSL in futuro e restiamo impegnati a servire la missione di difesa nazionale degli Stati Uniti".
Certo che l'impegno di Bezos è veramente importante (si parla di un miliardo di dollari anno interamente usciti dalle sue tasche, negli ultimi anni per il progetto New Glenn) ma i risultati tardano sempre di più ad arrivare. Una compagnia fondata oltre venti anni fa ma che non è ancora riuscita a mettere in orbita un solo kg di carico utile, per non parlare di esseri umani, non può che deludere sempre di più chi si sarebbe aspettato, viste le possibilità del suo fondatore, di vedere rapide evoluzioni. Certo che il confronto con SpaceX è, a dir poco, avvilente. Elon Musk, a differenza di Bezos, è un convinto sostenitore dell'ampliamento della civiltà umana al di fuori della Terra. I suoi progetti, a volte fantasiosi, di città marziane su cui andare a vivere sono forse però una molla così forte per la sua compagnia che gli hanno permesso di raggiungere obiettivi, ritenuti spesso impossibili, in brevissimo tempo. Bezos, di contro, è un'indiscutibile uomo di successo ed è molto più pragmatico ma questo, forse, è proprio quello che non gli ha permesso di conseguire ancora dei veri conclamati successi in campo spaziale. Speriamo comunque che possano arrivare presto, visto anche il coinvolgimento nel programma Artemis, per il quale la Blue Origin ha presentato, assieme ad altre compagnie, un lander per equipaggio.