Le Agenzie hanno concordato di istituire un concept team comune per valutare il potenziale del progetto, nonché le opportunità di partnership, si legge nel comunicato.

A fianco degli Stati Uniti troviamo l'Agenzia Spaziale Canadese (CSA), la Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) e l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI).
L'orbiter avrà l'obiettivo di rilevare la posizione, la profondità, l'estensione spaziale e l'abbondanza dei depositi di ghiaccio sub-superficiale, fino a 10 metri di profondità, e potrebbe essere lanciata nel 2026.
Un radar specializzato identificherà anche le proprietà della regolite marziana e degli strati rocciosi che potrebbero influire sulla capacità di accedere alla risorsa.

Mars Ice Mapper aiuterà ad identificare potenziali obiettivi scientifici, che includono anche la ricerca della vita e a fornire una mappa dell'acqua in situ, nodo cruciale per le spedizioni con equipaggio. La mappatura del ghiaccio d'acqua poco profondo supporterà anche altri obiettivi scientifici supplementari di alto valore nell'ambito della climatologia ed della geologia marziana. Un giorno, esploratori umani potrebbero campionare ed analizzare il ghiaccio per comprendere meglio la storia dei cambiamenti climatici e geologici su Marte e il suo potenziale astrobiologico, che potrebbe essere rivelato attraverso segni di vita microbica antica preservata o anche organismi viventi (se Marte ha mai ospitato la vita). Il ghiaccio è anche una risorsa naturale fondamentale che potrebbe fornire idrogeno e ossigeno per il carburante, per il supporto vitale, l'ingegneria civile, l'estrazione mineraria, la produzione e, infine, l'agricoltura sul Pianeta Rosso. Il trasporto dell'acqua dalla Terra nello spazio profondo è estremamente costoso, quindi trovare la risorsa in situ è essenziale per un'esplorazione sostenibile della superficie.

"Questo innovativo modello di partnership per Mars Ice Mapper combina la nostra esperienza globale e consente la condivisione dei costi su tutta la linea per rendere questa missione più fattibile per tutte le parti interessate", ha affermato Jim Watzin, consulente senior della NASA. “L'esplorazione umana e quella robotica vanno di pari passo, con quest'ultima che aiuta a spianare la strada a missioni umane più intelligenti e più sicure, più lontano nel Sistema Solare. Insieme, possiamo aiutare a preparare l'umanità per il nostro prossimo balzo da gigante: la prima missione umana su Marte".
"Man mano che il concetto di missione evolve, potrebbero aprirsi opportunità per altre agenzie spaziali e partner commerciali", scrive la NASA.

"Tutti i dati scientifici della missione sarebbero messi a disposizione della comunità scientifica internazionale sia per la scienza planetaria che per la ricognizione di Marte". Questo approccio è simile a ciò che la NASA sta facendo per la Luna nell'ambito del programma Artemis: inviare astronauti al Polo Sud lunare, dove il ghiaccio è intrappolato nelle regioni permanentemente in ombra. Ma è simile ad Artemis anche da punto di vista politico perché mira a cercare la collaborazione di altri paesi in forma aperta ed allargata.

La sonda fungerà anche da ripetitore orbitale per le comunicazioni delle future missioni marziane.

La firma dello Statement of Intent per la missione Mars Ice Mapper" da parte dell'Italia, ha dichiarato Raffaele Mugnuolo, capo ufficio Missioni Robotiche di Esplorazione dell’ASI, "è il primo passo per l’avvio di una collaborazione innovativa: per la prima volta la realizzazione di una missione di questo genere si basa sull’iniziativa comune di quattro partner come NASA, CSA, JAXA e ASI. La partecipazione alla missione Mars Ice Mapper è un segnale di continuità importante per l’Italia, ed è una opportunità unica per consolidare il nostro ruolo già acquisito in missioni di esplorazione di Marte come ExoMars e Mars Sample Return”.