Con anni di addestramento alle spalle, l'equipaggio di Expedition 1 (Spedizione 1) del Comandante William M. Shepherd della NASA, l'Ingegnere di Volo e Comandante della Sojuz Jurij Pavlovič Gidzenko della Roscosmos e l'ingegnere di Volo Sergej Konstantinovič Krikalëv della Roscosmos, si preparavano ad entrare nella storia. Il loro lancio, avvenuto il 31 ottobre 2000 dal Cosmodromo di Baikonur, nel Kazakistan, ha dato l'avvio a 20 anni di presenza umana continuativa nell'orbita bassa terrestre. Due giorni dopo, i tre attraccarono alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dando il via alla creazione di un laboratorio di livello mondiale nello spazio.

Durante una conferenza stampa, tenutasi il 30 gennaio 1996 a Washington, DC, il vicepresidente degli Stati Uniti Albert A. “Al” Gore e il primo ministro russo Viktor Stepanovič Černomyrdin annunciarono l'assegnazione di Shepherd e Krikalev all'equipaggio della Expedition 1. La Russia in seguito nominò Gidzenko come terzo membro dell'equipaggio. Al momento degli annunci, il loro lancio sarebbe dovuto avvenire a metà del 1998, ma i ritardi nella preparazione degli elementi della stazione spaziale per i loro volo ritardarono l'evento di oltre due anni.

Krikalëv era un veterano cosmonauta avendo già volato più di un anno cumulativo in orbita, per lo più sulla MIR, e sarebbe stata la prima persona a visitare la ISS due volte. Infatti, nel 1998, Krikalëv era stato uno dei primi ad entrare nel modulo Zarya facendo parte della missione Shuttle STS-88. Anche Gidzenko aveva comunque già soggiornato, nel 1995, circa 180 giorni a bordo della MIR. L'unico che aveva poca esperienza in voli di lunga durata era proprio il Comandante della missione scelto dalla NASA. Benché Shepherd avesse volato in tre precedenti missioni Shuttle non aveva, in totale trascorso più di 18 giorni nello spazio e questo aveva sollevato inizialmente, nei russi, alcune perplessità per la sua designazione.

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Il razzo Sojuz con la capsula Sojuz Tm-31 viene portata verso la rampa di lancio. Credit: NASA 

Durante i quattro anni di preparazione, l'addestramento di Shepherd, Gidzenko e Krikalëv si alternò tra il Johnson Space Center della NASA a Houston e il Centro di Addestramento Cosmonauti Gagarin a Città delle Stelle, fuori Mosca. Vi furono inoltre visite occasionali ad altri siti, come Monaco per la formazione su alcuni esperimenti scientifici, ed altre strutture spaziali in Russia e negli Stati Uniti, completarono la loro formazione. Krikalëv ha ricordato, in un'intervista tenutasi anni dopo, che l'equipaggio aveva difficoltà nell'addestramento, ma non nelle loro interazioni fra di loro. Lavorando attraverso le difficoltà di capire i giusti materiali di formazione e le giuste simulazioni (perché nessuno l'aveva mai fatto prima), i membri dell'equipaggio sentivano di aver iniziato a condividere come un unico cervello. Un giorno, Shepherd incontrò gli sviluppatori hardware e pose alcune domande. Quando Krikalev venne alla riunione un po 'più tardi, ripeté le stesse tre o quattro domande. "Oh cavolo! Ora questi due stanno condividendo un solo cervello,", esclamò Ginger Kerrick, che era l'istruttore russo per l'integrazione di addestramento per Expedition 1. Come sa chiunque abbia tentato di attraversare una barriera linguistica, cercare di comunicare con qualcuno che non parla la tua lingua o non la parla bene, sa che è difficile. Eppure, era essenziale che i membri dell'equipaggio non solo potessero parlare tra loro, ma capirsi davvero. Sebbene Shepherd inizialmente si aspettasse che parlassero tutti inglese, poiché gli Stati Uniti avevano concordato con altri partner che l'inglese sarebbe stata la lingua standard sulla stazione spaziale, si rese presto conto che non avrebbe funzionato.

"L'elemento chiave per far funzionare una stazione spaziale era capire perché i russi affrontassero i problemi in un certo modo," disse Shepherd. "E l'unico metodo con il quale ci saremmo davvero arrivati ​​era se potessimo parlare in russo con tutte queste persone." Alla fine, i tre uomini hanno parlato un misto di russo e inglese e si sono affidati a diagrammi molto chiari e disegni schematici di importanti sistemi sulla ISS, come il sistema di purificazione dell'aria. Molti dei diagrammi creati per semplificare la comunicazione sono ancora oggi utilizzati a bordo della stazione spaziale.

L'equipaggio arrivò al Cosmodromo di Baikonur il 26 ottobre 2000, per i preparativi finali del lancio. Tre giorni dopo, gli addetti del Cosmodromo portarono la loro navicella spaziale e il razzo verso la piattaforma di lancio n.1, nota come Gagarin's Start perché era il sito da cui Yuri A. Gagarin, il primo uomo nello spazio, fu lanciato il 12 aprile 1961. La mattina del decollo, negli alloggi dell'equipaggio dell'Hotel Cosmonauti di Baikonur, l'equipaggio venne sottoposto a brevi esami medici e ricevette la tradizionale benedizione pre-lancio dal sacerdote russo ortodosso padre Sergei. I tre salirono su un autobus diretto all'edificio 254 del Cosmodromo di Baikonur, dove indossarono le tute da lancio e da rientro Sokol. I tecnici li assistettero nel verificare l'integrità alla pressione delle loro tute. Attraverso un divisorio di vetro, i tre si rivolsero a una folla riunita di funzionari spaziali americani e russi e membri della stampa. Fuori dall'edificio, Gidzenko riferì al Presidente della Commissione di Stato sulla disponibilità dell'equipaggio a intraprendere la missione. Poi i tre salirono sull'autobus diretto alla rampa di lancio.

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L'equipaggio saluta sulla rampa di lancio e poi il decollo del razzo Sojuz. Credit: NASA/Bill Ingalls

Sulla rampa, una folla di circa 400 persone salutò Shepherd, Gidzenko e Krikalëv mentre si dirigevano verso il razzo già completamente rifornito dei propellenti. I tre si fermarono sulle scale che portano all'ascensore e salutarono la folla e i fotografi. Quindi entrarono nell'ascensore, e salirono in cima al razzo e, uno alla volta, salirono a bordo della loro navicella Soyuz TM-31. Entrando attraverso il compartimento orbitale, scesero nel modulo di discesa e presero ognuno il loro posto, Krikalëv sul sedile di sinistra, Shepherd a destra, e infine Gidzenko sul sedile centrale del Comandante della Soyuz. Per le due ore successive, i tre aspettarono pazienti che il conto alla rovescia procedesse senza incidenti.

Alle 12:52 ora locale del cosmodromo di Baikonur (le 7:52:47 UTC, le 8:52 italiane) i motori principali del razzo Soyuz si accesero e il razzo iniziò a salire seguito da una colonna di fiamme. Scomparendo brevemente nella nebbia, il razzo ricomparve mentre volava verso il cielo. A poco meno di due minuti dall'inizio del volo, i quattro booster laterali a propellenti liquidi del razzo si separarono regolarmente mentre lo stadio principale continuava a spingere la navicella verso lo spazio. Il video a bordo mostrava i tre membri dell'equipaggio ai loro posti, con Shepherd che agitava i pugni. Il sistema di fuga dal lancio e la copertura della capsula furono successivamente espulsi e caddero in mare, lasciando che la luce del sole entrasse nella capsula dai finestrini. Meno di cinque minuti dopo il lancio, lo stadio principale terminò il suo compito e venne rilasciato ed il terzo stadio del razzo prese il sopravvento portando il veicolo spaziale in orbita. Nove minuti dopo l'inizio del volo, il terzo stadio si spense e il veicolo spaziale si separò per iniziare il suo volo indipendente. L'equipaggio di Expedition 1 era finalmente in orbita. In pochi minuti, il veicolo spaziale dispiegò tutte le sue antenne ed i due pannelli solari generatori di energia. Dopo 90 minuti, i membri dell'equipaggio aprirono il portello dall'angusto modulo di discesa e fluttuarono nel compartimento orbitale, più spazioso, dove furono in grado di rimuovere le loro tute spaziali che li avevano protetti nella fase di lancio. I tre trascorsero i due giorni successivi a bordo della navicella Soyuz mentre completavano le manovre per prepararsi al rendez-vous e attraccare con la ISS.

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Come si presentava la ISS durante la Expedition 1, con la capsula Sojuz TM-31 attraccata a sinistra. Credit: NASA

Dopo 33 orbite intorno alla Terra e una serie di manovre di rendez-vous eseguite da Gidzenko, agganciarono la capsula Sojuz TM-31 al boccaporto posteriore del modulo Zvezda il 2 novembre 2000, alle 09:21 UTC (le 10:21 italiane). Novanta minuti dopo l'attracco, Shepherd aprì il portello di Zvezda ed i membri dell'equipaggio entrarono nella stazione per la prima volta. L'equipaggio di Expedition 1 sarebbe stato a bordo della ISS per circa quattro mesi e mezzo, rientrando sulla Terra a metà marzo del 2001. Durante la missione, l'equipaggio attivò i diversi sistemi di bordo della stazione, installò attrezzature ed ospitò tre equipaggi in visita con lo Space Shuttle oltre a ricevere due veicoli di rifornimento, senza equipaggio, Progress. Al termine della missione questa venne dichiarata un vero successo. Al momento di Expedition 1 era previsto che la stazione sarebbe stata completata entro il 2006 e rimanere abitata almeno fino al 2015. Purtroppo l'assemblaggio della ISS subì grandi ritardi, soprattutto dovuti al disastro dello Space Shuttle Columbia, e venne completata soltanto nel 2011. Al momento si prevede che possa continuare l'attività almeno fino al 2030, anche se il suo futuro è ancora incerto e l'arrivo di moduli privati potrebbe modificare ancora tutto.

Con Expedition 1 era così iniziata quella che sarebbe stata la presenza umana continua ed internazionale in orbita terrestre per venti anni. Il futuro che ci aspetta vede il ritorno sulla Luna con il programma Artemis e, forse più avanti, anche lo sbarco umano su Marte. Se questi passi saranno possibili dobbiamo anche dire grazie a quella prima, e forse ancora pionieristica, missione.

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Nella foto, da sinistra, Gidzenko, Shepherd e Krikalëv a bordo della ISS. Credit: NASA

Fonti:
NASA: https://www.nasa.gov/feature/space-station-20th-expedition-1-crew-launches-to-the-international-space-station
SpaceflightNow: https://www.space.com/international-space-station-expedition-1-20th-launch-anniversary
NASA/Flickr: https://www.flickr.com/photos/nasa2explore/albums/72157635001704566/with/9471566095/