Dopo alcuni rinvii a causa dei forti venti in quota è decollato regolarmente, alle 22:51 locali del 2 settembre (le 3.51 del 3 settembre in Italia), dalla rampa dello Spazioporto di Kouroi, nella Guyana Francese, il vettore europeo Vega per la missione VV16. Progettato e costruito dalla società AVIO di Colleferro in provincia di Roma, Vega ha rilasciato nello spazio, su quote orbitali diverse, ben 53 tra nano, micro e minisatelliti (da 1 a 400 kg) a beneficio di 21 clienti di 13 differenti Paesi, oltre gli stati membri dell'ESA, Stati Uniti, Canada, Argentina, Tailandia e Israele. Questo lancio multiplo rappresenta un record per un vettore Europeo.
Il volo di oggi ha dimostrato la capacità di servizio multiplo ed assicurato la capacità di continuare a garantire un accesso indipendente dell'Europa allo spazio.
Il volo ha segnato un rapido ed efficiente completamento delle misure ed azioni correttive, intraprese dall'industria assieme ad ESA dopo le raccomandazioni della Commissione di indagine indipendente, che ha analizzato il fallimento del volo VV15 del 10 luglio 2019. In quell'occasione, a causa di un'anomalia di fabbricazione, gas molto caldi (circa 3.000° Celsius) danneggiarono la struttura in fibra di carbonio del secondo stadio Zefiro 23, portando alla distruzione in volo del veicolo e del suo carico utile; il satellite militare da ricognizione Falcon Eye 1 degli Emirati Arabi Uniti.
Per ovviare a questo inconveniente sono stati migliorati significativamente i controlli di qualità sulle parti realizzate da parte di AVIO.
Questo volo operativo è una dimostrazione di Arianespace come parte dell'iniziativa LLL (Light satellite, Low cost, Launch opportunity), decisa da ESA durante il Consiglio a livello Ministeriale ESA nel 2016. Questo in preparazione ai servizi di routine per i satelliti leggeri che utilizzeranno i veicoli di lancio europei Vega/Vega-C ed Ariane 6.
Nella foto il dispenser a due piani SSME durante l'integrazione dei vari satelliti. Credit: ESA – M. Pedoussaut
Il lancio di così tanti satelliti è stato possibile grazie all'utilizzo del dispensatore SSMS (Small Spacecraft Mission Service). Si tratta di una struttura modulare leggera in fibra di carbonio progettata per trasportare carichi multipli leggeri nello spazio e che può essere configurata nelle vicinanze della data di lancio per trasportare diverse tipologie di satelliti. Questo significa che Vega può offrire opportunità di lancio abbordabili e convenienti per i piccoli satelliti, senza le restrizioni di viaggiare come carico secondario di un satellite più grande. Dopo il rilascio dei satelliti, il dispenser viene deorbitato per non lasciare detriti spaziali.
Vega ha trasportato sette microsatelliti pesanti fra 15 e 150 kg, così come 46 piccoli CubeSat rilasciati su un'orbita solare sincrona fra i 515 ed i 530 km di quota. L'ultimo satellite è stato rilasciato circa 104 minuti dal lancio.
Circa la metà della massa totale dei 53 satelliti aggregati da Arianespace al lancio di oggi proviene da Stati europei (otto di essi sono rappresentati) e l'ESA ha contribuito allo sviluppo di quattro di essi: il microsatellite ESAIL da 113 kg e tre CubeSat: Simba, Picasso e FSSCat / Φ-sat-1.
Il satellite ESAIL, costruito in Lussemburgo da LuxSpace, contribuirà a fornire la prossima generazione di servizi spaziali per il traffico marittimo. Seguirà le navi rilevando i messaggi del loro sistema di identificazione automatica in tutto il mondo, migliorando la sicurezza in mare ed inoltre aiuterà anche con il monitoraggio della pesca e la protezione ambientale.
Simba, guidato dal Royal Meteorological Institute Belgium (con l'Università di Leuven e ISISpace nei Paesi Bassi), è un CubeSat che utilizzerà un radiometro in miniatura per misurare due importanti variabili climatiche: la radiazione solare in entrata e la radiazione terrestre in uscita su tutte le lunghezze d'onda, come oltre a dimostrare un preciso sistema di controllo dell'assetto.
Il Picasso di dimensioni simili (guidato dall'Istituto belga di aeronomia spaziale con VTT Finlandia e Clyde Space, Regno Unito) misurerà la distribuzione dell'ozono stratosferico, la temperatura nella mesosfera, utilizzando un imager multispettrale in miniatura di nuova concezione e la densità degli elettroni nel ionosfera con un set di quattro nuove sonde elettrostatiche.
Una missione Federated Satellite Systems (FSSCat) proposta dall'Universitat Politècnica de Catalunya spagnola al Copernicus Masters 2017, è stata sviluppata da un consorzio di aziende e istituti europei. Consente la prima iniziativa dell'ESA che utilizza l'intelligenza artificiale a bordo di una missione di osservazione della Terra.
Nella rappresentazione artistica la disposizione di SSME all'interno dell'ogiva di Vega. Credit: ESA - J. Huart
Questa tecnologia pionieristica denominata Φ-sat-1 (pronunciato "Phisat-1") consentirà solo ai dati utilizzabili di tornare sulla Terra. In pratica, le immagini con assenza di nubi che impediscono la visione del suolo non saranno inviate a Terra. Ciò garantirà una gestione efficiente dei dati in modo che gli utenti abbiano accesso a informazioni tempestive, a vantaggio della società in generale.
A bordo tra gli altri payload rilasciati in orbita anche un laboratorio di microgravità – DIDO3 - nato dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e quella Israeliana ISA, in cooperazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e il Ministero della Scienza e della Tecnologia (MOST) di Israele. A bordo di DIDO-3 quattro esperimenti congiunti italo-israeliani nei settori della ricerca biologica e farmacologica – controllati da terra attraverso un’applicazione mobile - che vedono, per la parte italiana, il coinvolgimento dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università di Roma 3, dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Università di Bologna.
“Il lancio del Vega rappresenta simbolicamente la ripartenza dell’Italia dello spazio dopo il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19, che ha rallentato la produzione ma non ha spento la creatività e la voglia di innovare di questo importante comparto dell’economia italiana” - ha commentato il presidente dell’ASI, Giorgio Saccoccia - “Ora, l’Italia dello spazio ha ripreso a correre. Una storia di grande successo quella del Vega che ha inanellato 14 lanci di successo di fila, un fatto assolutamente non scontato nel trasporto spaziale. Grazie poi al sistema di distribuzione di satelliti SSMS, Vega sarà ancora più competitivo e versatile ed avrà la capacità di mettere in orbita una grandissima quantità e varietà di piccoli satelliti per fare fronte alla crescente richiesta da parte dell’utenza istituzionale e commerciale. Ancora una volta la conferma che è uno veicolo flessibile per fare dello Spazio uno strumento di ritorno economico, importantissimo in un momento difficile come quello attuale”.
La missione dei primi tre stadi a solido si è svolta regolarmente, e la prima accensione del quarto stadio AVUM ha portato l’intero assieme dei payload alla prima quota orbitale; dopo la seconda accensione, che ha permesso la circolarizzazione dell’orbita, è stato rilasciato il primo payload, un satellite di comunicazione sperimentale di una società sussidiaria di Facebook, e subito dopo sono stati rilasciati altri tre payload (spagnolo, slovacco e canadese), e un ulteriore gruppo di tre payload rispettivamente uno dell’ESA, uno Argentino, e l’Italiano ION della De-orbit. A questo è seguita una ulteriore accensione dell’AVUM per il rilascio degli altri piccoli payload (cubesat) su un’orbita a quota superiore.
Oltre alla ripresa dell’operatività commerciale del Vega, la prossima sfida è la qualifica del lanciatore potenziato, Vega C, e la continuazione a passo spedito del programma di sviluppo del Vega Evolution.
Nella foto il CubeSat Simba. Credit :RMI
I satelliti messi in orbita questa notte saranno utilizzati per varie applicazioni, tra cui l'osservazione della Terra, le telecomunicazioni, la scienza, la tecnologia e l'educazione. La missione di Vega VV16 si è conclusa con successo 2 ore e 4 minuti dopo il decollo. Il perfetto esordio della nuova piattaforma SSMS avviato dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) con il contributo della Commissione europea, consentirà di moltiplicare la capacità di lancio di Vega. La realizzazione della piattaforma è il risultato di una collaborazione tra società italiane e della Repubblica Ceca che vede l’Italia come capofila.
Tra i piccoli satelliti messi in orbita anche un altro contributo italiano: ION CubeSat Carrier (In Orbit NOW) – sviluppato dalla società D-Orbit - si tratta di un vero e proprio satellite, di ingombro ridotto e del peso di circa 150 kg di massa complessiva, che ha la funzione di trasportatore di CubeSats.
Il vettore leggero Vega è stato lanciato per la prima volta nel febbraio del 2012. Il razzo ha un diametro di 3 ed un'altezza di 30 metri. E' composto da tre stadi a propellente solido ed uno stadio superiore a propellenti liquidi per il controllo di assetto, di orbita e per il rilascio dei satelliti. L'ESA sta sviluppando il futuro Vega-C, una versione più potente di Vega, il cui debutto è previsto entro il 2021. Vega-C offrirà un carico utile incrementato di 700 kg ed un'ogiva maggiorata ad un costo simile al modello base.
Il prossimo lancio di Arianespace è fissato per il 16 ottobre, quando un razzo Sojuz porterà in orbita il satellite Falcon Eye 2, una copia di quello perso nel volo VV15 di Vega lo scorso anno. Invece il prossimo lancio di un Vega è previsto per novembre, con il satellite da osservazione terrestre spagnolo SEOSat-Ingenio ed il satellite di ricerca francese Taranis.
Fonti:
ASI: https://www.asi.it/2020/09/nuovo-successo-per-il-vettore-europeo-vega/
ESA: https://www.esa.int/Enabling_Support/Space_Transportation/Vega/Vega_return_to_flight_proves_new_rideshare_service
Spaceflight Now: https://spaceflightnow.com/2020/09/03/vega-rocket-deploys-53-satellites-on-successful-return-to-flight-mission/