La costruzione della rete Space-X per Internet satellitare a bassa latenza procede a tappe forzate, inanellando un successo dopo l'altro. Nonostante siamo ancora all'inizio, già ora si tratta della costellazione di satelliti più popolosa in orbita: 300 satelliti lanciati in 9 mesi tramite cinque lanci con Falcon-9, di cui gli ultimi partiti a distanza di soli 19 giorni uno dall'altro. Per la verità, la concorrenza non sta certo a guardare e, ad esempio, venti giorni fa OneWeb ha lanciato il suo secondo "batch" di 34 satelliti da Baikonur; ne parleremo in futuro, però è obiettivamente difficile per gli altri stare al passo con il vulcanico Elon Musk!

 Vediamo lo stato dei vari lotti di satelliti lanciati finora, poiché ci sono parecchie sorprese anche su quelli più anziani. Una avvertenza importante è che tutte le orbite hanno una inclinazione di 53° (per la precisione tra 52,98 e 53,05 gradi) ma si trovano su piani orbitali diversi come si intuisce nell'immagine di apertura; questo, naturalmente, per assicurare una copertura globale a diverse longitudini.

 Del primo convoglio, partito a fine Maggio, abbiamo parlato a più riprese; l'ultima volta la maggior parte dei satelliti avevano stabilmente raggiunto un'orbita circolare a 530 km di altezza, però c'erano ancora 8 di essi su quote più basse. Da allora, curiosamente, altri elementi si sono abbassati e, come si vede nel diagramma qui sotto, adesso sono 20 i satelliti con altezze comprese tra 400 e 510 km; tra l'altro, alcuni di essi continuano a scendere come testimoniato dallo spostamento rispetto all'altezza di una settimana fa (croci gialle) e probabilmente sono destinati a raggiungere la quota operativa di 350km, mentre un satellite risulta presumibilmente fuori controllo, fermo su un'orbita più eccentrica poco sotto i 300 km.

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Diagramma della quota media (il 20 e il 26 Febbraio) e dell'eccentricità sui 60 satelliti del convoglio lanciato 9 mesi fa - Source: Celestrak.com - Processing/Plot: Marco Di Lorenzo

 Anche il secondo convoglio, partito ormai 3,5 mesi fa, si divide in due gruppi distinti: 39 membri sono in orbita stabile a 550 km (uno di essi sta raggiungendo quella quota adesso e altri 2 sono leggermente più alti); i rimanenti 21, prima fermi a 350 km di altezza, ora si stanno rapidamente alzando con una velocità di 5-6 km/giorno ed è probabile a Marzo raggiungano i loro compagni a 550 km.

StarLink B 200226

Source: Celestrak.com - Processing/Plot: Marco Di Lorenzo

 Il primo batch del 2020 ricalca, in negativo, il precedente: i primi 20 satelliti hanno appena raggiunto i 550 km o poco più, mentre gli altri si sono fermati a 350 km, anche se uno di essi ha da poco iniziato a muoversi più in alto mentre un altro è rimasto più in basso.

StarLink CC 200226

Source: Celestrak.com - Processing/Plot: Marco Di Lorenzo

 L'altro convoglio partito a gennaio si avvia a diventare una copia esatta del precedente, con 20 satelliti che adesso sono sui 450 km ma stanno rapidamente salendo ad un ritmo di 6 km/giorno, presumibilmente verso i 550 km; i rimanenti 40 elementi sono appena giunti o stanno raggiungendo ora i 350 km.

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Source: Celestrak.com - Processing/Plot: Marco Di Lorenzo

 Infine, il lotto decollato 9 giorni fa è ovviamente ancora su orbite temporanee, basse ed eccentriche, ma si ha l'impressione che anche stavolta ci saranno due gruppi a diverse altezze...

StarLink E 200226

Source: Celestrak.com - Processing/Plot: Marco Di Lorenzo

 Insomma, appare chiaro che, su ciascun piano orbitale, si sta svolgendo un balletto rivolto ad avere, alla fine, i 2/3 dei satelliti sulla quota più bassa (350 km) per assicurare comunicazioni capillari, veloci e con potenza ridotta; i rimanenti elementi sono posti 250 km più in alto e servono probabilmente a connettere tra loro i satelliti, garantendo una comunicazione a maggiore distanza e mantenendo comunque ridotti tempi di latenza, sui 30 ms. I piani di SpaceX prevedono, in realtà, tre quote operative (340, 550 e 1100 km) e 66 diversi piani orbitali, ciascuno contenente 40 satelliti.

 Ricordiamo che queste manovre vengono effettuate autonomamente da ciascun satellite tramite piccoli motori ad effetto Hall, basati sull'accelerazione di ioni di kripton ed alimentati da pannelli solari; data la velocità di migrazione osservata, ci si può divertire a calcolare la potenza e la spinta esercitata da questo sistema di propulsione, al netto delle inevitabili perdite ed inefficienze. Sapendo che ciascun satellite ha una massa di 227 kg e assumendo un funzionamento interrotto solo dal passaggio nell'ombra della Terra, una salita di 6 km/giorno implica una potenza istantanea di circa 270 Watt e una spinta di circa 35mN,

 Il prossimo mese, dovrebbe partire un sesto convoglio e la costellazione, raggiunti i 360 elementi, dovrebbe poter garantire una operatività minima. Ma è solo l'inizio!