Fukushima

Oggi, sulla home page del blog di informazione di una cara amica giornalista, Ica Arkel, ho trovato due importanti notizie di cronaca: "L'uragano Sandy si abbatte su Romney ed Obama" e "Dopo Fukushima, Oyster Creek fa davvero paura". Prendendo spunto da questi ultimi due post, ho deciso quindi di approfondire l'argomento nucleare con lei, con una breve intervista, per la nostra sezione "Terra & Ambiente".

Ho letto sul tuo blog di informazione che alcune centrali nucleari americane sono in allarme. A tuo avviso com'è possibile che una delle nazioni più progredite al mondo possa correre questi rischi?

Il problema risiede nel fatto che non esiste la certezza totale della sicurezza delle centrali. Il clima sta cambiando, è un dato ormai risaputo, e per quanto la tecnologia possa essere avanzata, non esiste soluzione capace di fronteggiare un terremoto devastante o super uragani come Sandy. L'impatto di fenomeni atmosferici di tale portata è imprevedibile, sia per forza devastante, che per durata, quindi non è possibile affermare con assoluta certezza che le centrali possano resistere a qualunque episodio di questo tipo. Non parliamo dei casi in cui le centrali non rispettano in partenza tutte le normative di sicurezza oppure risultano essere obsolete. Gli stati che vogliono perseverare su questa strada dovrebbero recedere dalle proprie convinzioni e convincersi a convertire tutto in energia pulita.

In Giappone lo scorso anno il disastro di Fukushima. Per settimane tutti si sono affannati a negarne la pericolosità, mentre i pesci nella baia antistante Fukushima risultano ancora avere lo stesso grado di contaminazione. Com'è stato possibile che in un paese che ha sopportato le conseguenze delle due bombe atomiche della seconda guerra mondiale si sia così sottovalutato il problema?

La comunicazione del dopo disastro è stata molto efficace, sbagliata certo, ma condotta con un chiaro intento di insabbiare, nascondere, rassicurare con un candore e una credibilità fuori dal comune. Ricordo l'immagine del più importante conduttore televisivo nipponico, Otsuka Norikazu, che banchettava davanti alle telecamere con le verdure radioattive appena ritornate in commercio e bollate dal governo come sicure. Dopo poche settimane è stato colpito da una leucemia linfatica acuta, ma allora il disastro di Fukushima era ormai esploso in tutto il suo dramma. La contaminazione della fauna ittica è un problema grave, perchè indica che da qualche parte esistono perdite di materiale radioattivo che stanno inquinando il mare e i suoi abitanti, e, perciò, minano l'intera catena alimentare.
Per comprendere tutto il dramma di questo disastro nucleare sarà necessario aspettare i dati epidemiologici a cinque - dieci anni, anche se dai dati a 12 mesi è possibile vedere già un incredibile aumento di neoplasie.

Anche in Europa ci sono problemi?

Si, in Europa la situazione è brutta. Qualche settimana fa ho pubblicato le anticipazioni del rapporto della Commissione indipendente incaricata di eseguire stress test sulle centrali. Il risultato è stato molto allarmante: quasi tutte le 143 centrali nucleari europee sono a rischio e hanno bisogno di lavori di miglioramento che ammonterebbero, secondo le prime stime, ad almeno 25 miliardi di euro. La notizia è stata ignorata da tutti i più importanti canali d' informazione e così è stato possibile ridimensionare il rapporto della Commissione e insabbiarlo definitivamente. Il report indicava anche, senza specificare le zone coinvolte per non creare allarmismi o rischi ulteriori, che due centrali nucleari presenti sul suolo europeo sono ad altissimo rischio di incidenti anche in condizioni normali, figurarsi in caso di un evento sismico o meteorologico particolarmente forte.
A questo punto c'è solo da sperare che non accada nulla di grave e che tante altre nazioni seguano l'esempio della Germania, chiudendo le proprie centrali nucleari e provvedendo al proprio fabbisogno energetico con le rinnovabili.