La notizia ha fatto il giro del mondo e i primi commenti alla notizia sono stati, almeno da parte occidentale, parecchio scettici. Il motivo è dovuto al fatto che proprio la Russia, dalla voce del potente vice Ministro degli Esteri, Dmitri Rogozin, aveva chiaramente detto lo scorso anno che la Russia non avrebbe proseguito l'appoggio alla stazione spaziale ISS oltre il 2020, per poi correggersi il mese scorso affermando che lo avrebbe fatto ma, dopo il 2024, avrebbe distaccato i propri moduli per assemblare una stazione tutta russa.
Dati i recenti problemi economici della Russia questa proposta era sembrata, alla gran parte degli osservatori occidentali dell'argomento, un'altra 'sparata' nazionalista del governo Russo, o almeno di una parte di esso.
Ora invece Komarov ha detto che "gli Stati Uniti e la Russia dovranno iniziare a collaborare per iniziare i lavori per una nuova stazione spaziale. Questo sarà un progetto aperto anche a quei Paesi che, al momento, non fanno parte dei membri della ISS."
Bolden, al momento, non ha commentato in modo specifico alle affermazioni di Komarov ma ha soltanto riconosciuto che, alla fine, l'attuale stazione spaziale andrà in pensione e che ci sono state lunghe discussioni su come dovrebbe essere la prossima.
"Vi sono alcune aree che sarebbero meglio ricoperte da compagnie commerciali," avrebbe detto Bolden.
Dopo la dichiarazione di Komarov, Rogozin è intervenuto e ha scritto su Twitter: "Il governo della Russia studierà i risultati dei colloqui fra Roscosmos e NASA. La decisione verrà presa in seguito" e questo è sembrato gettare acqua sul fuoco delle affermazioni di Komarov.
In effetti anche la NASA, impegnata nella ISS fino al 2024, sembra aver già abbastanza impegni per gli anni seguenti, con l'obiettivo ormai fissato di portare i propri astronauti verso destinazioni nello spazio profondo oltre l'orbita bassa terrestre fino a raggiungere, verso la metà degli anni '30, Marte. Anche gli studi fatti finora per la missione all'asteroide (ARM) sono tutti puntati in quella direzione e non vi è traccia di una nuova stazione spaziale. Inoltre i finanziamenti del governo, già a malapena sufficienti per la missione all'asteroide, non si vede da dove potrebbero pescare i soldi necessari per una nuova stazione spaziale.
A conferma di questo la NASA ha risposto ufficialmente il giorno seguente in questo modo:
"Siamo lieti che la Roscosmos voglia continuare ad utilizzare la ISS fino al 2024 - una priorità per noi - ed espresso interesse nella prosecuzione della cooperazione internazionale per l'esplorazione umana oltre questa. Gli Stati Uniti stanno pianificando di guidare una missione umana verso Marte per gli anni '30, e questo porterà lo sforzo più in avanti di ogni altra cosa fatta nella storia della NASA. Siamo pronti ad un supporto internazionale per questo ambizioso progetto. Oggi rimaniamo concentrati sul pieno utilizzo del nostro attuale laboratorio spaziale in orbita e le ricerche per l'emozionante missione di un anno dell'astronauta Scott Kelly che è appena iniziata, e che ci aiuterà a preparare i voli spaziali di ancora maggiore durata."
Infine i 'nuovi partner' di cui parla Komarov potrebbero essere solo la Cina, che ha però un proprio programma per una stazione spaziale a partire dal 2020, o l'India che, al momento non ha nemmeno ancora inviato un uomo nello spazio.
La Stazione Spaziale Internazionale (ISS), il cui primo pezzo venne lanciato nel 1998, consiste in diversi moduli. La stazione è frutto della collaborazione delle agenzie spaziali di Russia, Stati Uniti, Canada, Giappone ed Europa con l'ESA.
La NASA aveva annunciato a febbraio, ai partner internazionali, Russia compresa, l'intenzione di estendere la vita operativa della ISS dal 2020 al 2024. La cooperazione USA/Russia sulla ISS prosegue nonostante il fatto che gli Stati Uniti abbiano interrotto la gran parte delle attività comuni con la Russia dopo la crisi Ucraina del 2014.
Riferimenti:
- http://www.astronautica.us/astronauticaus_news_2015_3.html#2015_03_80