In ossequio a quella che sembra ormai una moda, ogni volta che si parla dell'affollamento dei detriti spaziali in orbita oppure del disturbo sulle osservazioni astronomiche causato dai satelliti, si finisce per prendere di mira e demonizzare soprattutto la crescente flotta dei satelliti Starlink che Space-X sta mettendo in orbita per consentire l'accesso veloce a Internet dall'intero globo terracqueo. Chi fa queste osservazioni dimostra di non conoscere bene i due problemi, altrimenti saprebbe che la costellazione Starlink, anche se di gran lunga più numerosa delle altre, è posizionata su un'orbita bassa (generalmente 540-550 km di altezza) e questo la rende molto meno insidiosa sia per l'affollamento orbitale (dato che, anche in caso di satellite fuori controllo, il rientro in atmosfera avverrebbe nel giro di pochi anni per attrito aerodinamico) che per il disturbo all'astronomia, perchè la quota bassa fa sì che, in genere, i satelliti siano davvero luminosi solo dopo il tramonto o prima dell'alba e non per la maggior parte della notte, come invece fanno altri satelliti a quote più alte (ad esempio, la flotta concorrente di OneWeb).
Inoltre, SpaceX si è sforzata fin dall'inizio e molto più degli altri per venire incontro alle richieste degli astofili e degli astronomi professionisti, tanto più che anche la compagnia privata, sebbene interessata a realizzare profitti, ha tra le sue priorità l'esplorazione dello spazio, un obiettivo comune agli astronomi. Ora la compagnia di Elon Musk sta lavorando a diversi aggiornamenti alla flotta Starlink nel tentativo di continuare ad impedire loro di infastidire gli astronomi, modifiche che comportano la modifica di alcuni elementi di design dei satelliti, come descritto in un recente documento.
Credits: SpaceX - Improvement: Marco Di Lorenzo
Secondo SpaceX, i satelliti Starlink possono riflettere la luce solare quando la loro orbita raggiunge il lato oscuro del "terminatore", il confine tra il giorno e la notte. Di conseguenza, i satelliti possono essere visti da terra di solito nelle prime ore dopo il tramonto o nelle prime ore prima dell'alba. Questa luce solare può rappresentare un problema soprattutto per la ricerca astronomica su comete e asteroidi vicini alla Terra, poiché queste osservazioni vengono spesso eseguite durante le ore del crepuscolo.
Uno dei primi tentativi di SpaceX di risolvere il problema è stato quello di installare una "visiera parasole" sui satelliti Starlink in grado di impedire alla luce solare in arrivo di causare riflessi. Tuttavia, la società ora afferma che sta abbandonando la soluzione delle alette parasole, sia perché esse possono ostacolare i collegamenti laser intra-satellitari, sia perchè i visori generano troppa resistenza atmosferica, costringendo i satelliti a spendere più carburante per mantenere le loro orbite.
Credits: SpaceX - Improvement: Marco Di Lorenzo
La soluzione alternativa dell'azienda prevede l'utilizzo di una pellicola a specchio sui satelliti, che può disperdere la maggior parte della luce solare riflessa lontano dal pianeta. "Una versione nuova e migliorata di questo film" dovrebbe arrivare per i satelliti di seconda generazione dell'azienda, che devono ancora essere lanciati con Starship e saranno molto più grandi (7 metri di larghezza). Secondo SpaceX, la nuova pellicola può ridurre la luminosità di oltre 10 volte rispetto alla pellicola a specchio di prima generazione.
Radiazione diffusa e riflessa dai vari film testati, al variare dell'angolo di illuminazione - Credits: SpaceX
L'altra misura prevede l'utilizzo di materiali più scuri sui satelliti SpaceX per rendere le superfici meno riflettenti. Sui satelliti di prima generazione, l'azienda sta ora impiegando una pigmentazione "rosso scuro" tra le celle solari invece di un materiale di colore bianco. Per i satelliti Starlink di seconda generazione, SpaceX ha sviluppato un colore "nero a bassa riflettività". Verrà utilizzato per dipingere su vari componenti dei satelliti, che non possono essere coperti dalla pellicola a specchio.
Credits: SpaceX
La fase finale di mitigazione riguarda gli array di celle solari sui satelliti Starlink di seconda generazione. La società prevede di puntare i pannelli solari lontano dal Sole mentre attraversano il confine del terminatore, smorzando la loro capacità di riflettere la luce fino alla superficie terrestre. "Questa manovra di decentramento si traduce in una riduzione del 25% della potenza disponibile per i satelliti", ha affermato la società. "Nonostante questo costo, SpaceX ha progettato specificamente i satelliti di seconda generazione per essere in grado di soddisfare questa significativa riduzione di potenza".
Credits: SpaceX
Secondo SpaceX, le misure di mitigazione promettono di rendere i satelliti Starlink "invisibili ad occhio nudo quando si trovano alla loro altitudine operativa standard". Tuttavia, la società afferma che sta ancora lavorando per ridurre la quantità di luce solare che i satelliti possono riflettere quando vengono lanciati nello spazio, entrano in orbita o quando alla fine si ritirano e bruciano nell'atmosfera.
SpaceX sottolinea anche che altre società stanno lavorando sulle proprie costellazioni di satelliti per competere con la rete Starlink. Ciò potrebbe generare ancora più inquinamento luminoso nel cielo notturno, a meno che l'industria dei satelliti non risponda di conseguenza. La stessa SpaceX prevede di lanciare in futuro decine di migliaia di satelliti Starlink di seconda generazione, in attesa dell'approvazione delle autorità di regolamentazione.