Questi materiali biocompositi sono persino più resistenti del normale cemento e sarebbero adatti per costruire edifici su altri mondi.
L'idea non è nuova: nel Medioevo il sangue umano veniva usato per legare la malta ma certo non è quel tipo di soluzione che ci si potrebbe aspettare nell'era spaziale. Tuttavia, quando finalmente stabiliremo insediamenti umani fuori dalla Terra, dovremo essere un po' creativi perché portare tutto da casa (cioè dalla Terra) sarebbe davvero impraticabile e troppo costoso. Un rapporto del 2017 aveva stimato che spedire un singolo mattone su Marte potrebbe costare fino a 2 milioni di dollari. Quindi, bisognerà costruire con i cosiddetti materiali in situ.
Cemento spaziale
Il nuovo materiale si chiama AstroCrete e per legare la regolite usa una proteina chiamata albumina, che si trova nel plasma sanguigno umano.
Con una semplice tecnica di fabbricazione, il team ha utilizzato l'albumina sierica umana per produrre biocompositi di regolite extraterrestre.
Il materiale ottenuto ha resistenze alla compressione fino a 25 megapascal, paragonabili alle resistenze tra 20 e 32 megapascal del calcestruzzo ordinario qui sulla Terra. L'aggiunta di urea ha reso il materiale ancora più impressionante, aumentando la resistenza alla compressione di AstroCrete fino a 39,7 megapascal. Questo composto contenuto nell'urina umana aiuta a plastificare il calcestruzzo, rendendolo meno fragile e più flessibile e quindi, più resistente alle sollecitazioni meccaniche.
Secondo lo studio, la fornitura iniziale di proteine del sangue verrebbe raccolta dagli astronauti ma, successivamente, su Marte potrebbe essere disponibile anche seta di ragno e l'albumina di siero bovino come alternative.
Nell'arco di due anni, sei persone potrebbero donare abbastanza albumina per costruire 500 chilogrammi di AstroCrete. Il contributo di ciascun membro dell'equipaggio fornirebbe materiale da costruzione sufficiente per espandere l'habitat per ospitare sé stesso, secondo i calcoli dei ricercatori. Ma sulla "donazione di albumina" dovranno essere fatte molte più ricerche perché non se ne conoscono gli effetti sulla salute umana. Analogamente, non conosciamo gli effetti sulla salute a lungo termine della donazione continua di plasma in un ambiente a bassa gravità e ad alta radiazione. Tuttavia, questa tecnica potrebbe essere utilizzata solo nelle fasi iniziali dell'insediamento, scrivono gli autori: "Riteniamo che i biocompositi di regolite extraterrestre di albumina sierica umana potrebbero potenzialmente avere un ruolo significativo in una nascente colonia marziana ma alla fine saranno sostituiti da bioreattori versatili o altre tecnologie che maturano man mano".