Scritto: Mercoledì, 28 Luglio 2021 05:29 Ultima modifica: Mercoledì, 28 Luglio 2021 06:25

Galileo Project cercherà evidenze di tecnologia aliena


Un team internazionale di scienziati guidati da un importante astronomo di Harvard ha annunciato una nuova iniziativa per cercare prove di tecnologia aliena.

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Un fotogramma di un oggetto volante non identificato, estratto dai documenti rilasciati dal Pentagono.
Un fotogramma di un oggetto volante non identificato, estratto dai documenti rilasciati dal Pentagono.

Chiamato Galileo Project, prevede la creazione di una rete globale di telescopi, fotocamere e computer di medie dimensioni per indagare sugli oggetti volanti non identificati ed è stato finora finanziato con 1,75 milioni di dollari da donatori privati.

L'astrofisico di Harvard Avi Loeb ha fondato l'ambizioso progetto insieme a Frank Laukien, presidente e CEO di Bruker Corp., una società con sede nel Massachusetts che sviluppa e produce apparecchiature scientifiche.

Il team internazionale, che include ricercatori di Harvard, Princeton, Cambridge, Caltech e dell'Università di Stoccolma, ha lavorato con l'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (Massachusetts), per tracciare le linee guida dell'iniziativa con un obiettivo principale in mente: "portare la ricerca delle firme tecnologiche extraterrestri da osservazioni accidentali e leggende o aneddoti, al mainstream di trasparenza, convalida e ricerca sistematica del metodo scientifico", hanno affermato i ricercatori in una presentazione.

Il presupposto è semplice: considerate le costanti scoperte che indicano l'esistenza di molti pianeti simili alla Terra in tutta la galassia, "non possiamo più ignorare la possibilità che le civiltà tecnologiche ci abbiano preceduto", ha detto Loeb. "L'impatto di qualsiasi scoperta di tecnologia extraterrestre sulla scienza, sulla nostra tecnologia e su tutta la nostra visione del mondo sarebbe enorme", ha aggiunto.

Il progetto è stato annunciato circa un mese dopo i rapporti rilasciati dal Pentagono su fenomeni aerei non identificati, in cui si afferma che la loro natura non è chiara.
"Quello che vediamo nel nostro cielo non è qualcosa che i politici o il personale militare dovrebbero interpretare, perché non sono stati formati come scienziati, spetta alla comunità scientifica capirlo", ha detto Loeb. "La scienza non dovrebbe rifiutare potenziali spiegazioni extraterrestri a causa dello stigma sociale o delle preferenze culturali che non favoriscono il metodo scientifico di un'indagine empirica imparziale. Ora dobbiamo 'osare guardare attraverso nuovi telescopi', sia letteralmente che figurativamente".

 

Cosa aspettarsi da Galileo Project

"Con un progetto così potenzialmente di vasta portata in termini di progresso scientifico ed esplorazione dell'universo, è importante stabilire alcune regole di base fin dall'inizio", ha affermato Laukien in conferenza stampa. "È molto importante tenere a mente che il progetto Galileo non è per tutto, e non è per tutti", ha detto Laukien. "Ha un ambito definito e ha dei limiti".
L'impresa si occuperà solo spiegazioni basate su fisica nota e analizzerà i dati raccolti nell'ambito del progetto stesso. Non speculerà su precedenti UAP, presunte osservazioni o rapporti informali, hanno affermato i ricercatori nella dichiarazione.

"Possiamo dedurre la natura forse di questi oggetti non identificati. Potrebbero essere fenomeni atmosferici o potrebbero avere qualche altra origine che ha una spiegazione banale, ma vogliamo capirlo", ha detto Loeb. "Vogliamo chiarire la nebbia attraverso un'analisi trasparente e scientifica assemblando i nostri dati, non dati basati su sensori di proprietà del governo, perché la maggior parte di quei dati è classificata".
I ricercatori sperano di far luce sui fenomeni extraterrestri seguendo tre principali vie di ricerca: ottenere immagini ad alta risoluzione di UAP utilizzando più rivelatori per scoprire la loro natura, condurre ricerche approfondite su oggetti interstellari simili a 'Oumuamua e cercare potenziali manufatti di civiltà tecnologiche extraterrestri (ETC) correlati.

Attualmente, il progetto mira a creare una rete composta da cluster di telescopi in tutto il mondo. Ogni sistema di telescopi sarà costituito da circa due telescopi da 25 centimetri con una fotocamera adatta a risolvere oggetti di interesse, collegati a un sistema informatico che filtrerà i dati. Il team lavorerà anche per sviluppare un software che analizzerà i dati raccolti dall'Osservatorio Vera Rubin che dovrebbe essere online nel 2023.

Il Galileo Project è stato coraggiosamente paragonato al lavoro del pioneristico astronomo di casa nostra, Galileo Galilei, le cui scoperte rivoluzionarie hanno ambiato la visione dell'universo dell'umanità.

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Letto: 1107 volta/e Ultima modifica Mercoledì, 28 Luglio 2021 06:25

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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