I poli magnetici terrestri non stanno mai fermi e, anzi, negli ultimi tempi il movimento è accelerato, come si vede in queste due mappe delle regioni polari.
Che Encelado fosse importante per la magnetosfera di Saturno è un fatto noto da quando la sonda della NASA Cassini ha iniziato a studiare il sistema nel 2004 ma ora gli scienziati dell'University College London hanno dimostrato che l'apporto nel tasso di plasma proveniente dalla ionosfera del pianeta, a volte, equivale a quello in arrivo dalla piccola luna. Di fatto, questi sono i primi risultati che indicano il ruolo giocato dal deflusso ionosferico nella magnetosfera di un gigante gassoso.
Circa nove mesi fa la NASA ha lanciato le quattro sonde gemelle Magnetospheric MultiScale (MMS), la prima missione dedicata allo studio del fenomeno della riconnessione magnetica nella magnetosfera terrestre. Ora, i primi promettenti risultati sono stati presentati il 17 dicembre a San Francisco in occasione della riunione annuale dell'American Geophysical Union.
Le condizioni atmosferiche estreme, influenzate dalla meteorologia spaziale, sono da tempo considerate una minaccia per le alte latitudini terrestri. Tuttavia, un nuovo studio mostra che eventi minori possono amplificarsi vicino all'equatore.
Un gruppo di scienziati dell'Imperial College London ha modellato per la prima volta il campo magnetico di Nettuno, combinando i dati di 26 anni anni fa in una simulazione con un supercomputer.
L'utilizzo creativo di un radiotelescopio, ha permesso ad un gruppo di astronomi di confermare la presenza di strutture tubulari di plasma negli strati interni della magnetosfera e costruire una simulazione in 3D.
L'immagine ritrae i 4 satelliti MMS della NASA, lanciati con successo Giovedi scorso e che sono destinati allo studio del poco compreso fenomeno della riconnessione magnetica della magnetosfera terrestre sotto l'azione del vento e del campo magnetico solare. Si veda l'articolo di Ken Kremer.
Ad ottobre 2013, un'esplosione sulla superficie del Sole ha inviato nello spazio un flusso supersonico di vento solare che ha investito Mercurio, Venere, la Luna ed infine la Terra. L'onda d'urto ha colpito con forza il campo magnetico terrestre innescando un impulso magnetoacustico attorno al pianeta che non è sfuggito alle sonde della NASA Van Allen.
Questa singolare vista dell'aurora sul nostro pianeta è stata catturata dalla fotocamera iperspettrale NORUSCA II il 24 gennaio 2012.
Lo strumento, costruito da ricercatori norvegesi, è in grado di catturare ed analizzare velocemente più lunghezze d'onda, 41 bande ottiche distinte nel giro di pochi microsecondi, senza parti in movimento.
Titano, la luna di Saturno, è un corpo abbastanza grande da poter essere considerato un pianeta se orbitasse intorno al Sole.
Durante l'ultimo flyby del 2013, la Cassini ha avuto l'opportunità di trovarsi in questo scenario dal suo punto di vista: dopo 10 anni di missione, è stata la prima volta in cui la sonda della NASA ha osservato Titano in uno stato "incontaminato", ossia al di fuori della regione dominata dal campo magnetico di Saturno.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.