Un dato sconcertante è emerso dalla ricerca guidata da Alexandre Santerne dell'Instituto de Astrofísica e Ciências do Espaço (IA): oltre la metà dei pianeti extrasolari giganti individuati dal telescopio della NASA Kepler sarebbero in realtà stelle.
Un nuovo tipo di coronografo, "vector Apodizing Phase Plate" (vector-APP), installato sul telescopio da 6.5 metri Magellan presso l'Osservatorio di Las Campanas in Cile, ha dimostrato performance senza precedenti.
Un gruppo di ricercatori dell'Australian National University e del Niels Bohr Institute di Copenhagen ha calcolato quante stelle, tra tutte quelle presenti nella Via Lattea, potrebbero ospitare pianeti nella loro zona abitabile. Il risultato mostra, non solo che questo numero è molto alto ma che miliardi di queste stelle hanno da 1 a 3 pianeti alla giusta distanza perché possa esistere acqua allo stato liquido sulla loro superficie.
Kepler-421b è il nuovo pianeta extrasolare, scoperto tra i dati rilevati dal telescopio della NASA Kepler, con l'intervallo dil transito più lungo mai osservato: un anno su Kepler-421B dura 704 giorni terrestri.
"Trovare Kepler-421B è stato un colpo di fortuna", ha dichiarato l'autore dello studio David Kipping, del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge, Massachusetts.
"Più lontano arriva un pianeta dalla sua stella e più è difficile rilevarne il transito dalla Terra".
Negli ultimi anni, la ricerca di pianeti extrasolari potenzialmente abitabili ha fatto passi da gigante ma non abbastanza. Siamo in grado di scoprire mondi simili alla Terra, nella zona abitabile della loro stella, dove l'acqua liquida potrebbe esistere ma i nostri strumenti non sono abbastanza potenti da confermare la presenza di vita.
Un gigante gassoso è stato recentemente aggiunto alla breve lista di pianeti extrasolari individuati tramite fotografia diretta.
Il merito va ad un gruppo di ricerca internazionale, guidato da Marie-Ève Naud, uno studente di dottorato del Department of Physics all'Université de Montréal, che ha scoperto il pianeta combinando le osservazioni del Gemini Observatories, dell'Observatoire Mont-Mégantic (OMM), del Canada-France-Hawaii Telescope (CFHT) e del W.M. Keck Observatory.
Utilizzando i dati del telescopio della NASA Kepler, che ad oggi ha contribuito ad identificare oltre 1500 pianeti extrasolari confermati, gli astronomi hanno scoperto il primo pianeta delle dimensioni della Terra nella zona abitabile del suo sistema, ossia alla giusta distanza dalla propria stella per cui sulla sua superficie possa esistere acqua allo stato liquido.
Kepler-186f, questo è il nome del nuovo mondo confermato, non è il primo pianeta extrasolare noto a trovarsi nella fascia abitabile ma finora tutti erano un po' più grandi della Terra (almeno del 40%).
Un team di astronomi potrebbe aver individuato la prima esoluna rocciosa in orbita intorno ad un pianeta alieno, un gigante gassoso tipo Giove.
La scoperta però non è stata confermata e probabilmente non lo sarà mai dato che risale ad un incontro casuale ed unico di oggetti della nostra Galassia osservato nel 2011.
Negli ultimi 20 anni, la ricerca dei pianeti extrasolari ha accelerato particolarmente grazie ad importanti missioni, come Kepler della NASA che proprio mercoledì scorso ha annunciato 715 nuovi pianeti exstrasolari confermati in un sol colpo.
Numerosi mondi, a prima vista, sono simili alla Terra e alcuni si trovano nella cosiddetta zona abitabile, ossia alla giusta distanza dalla loro stella madre, affinché possa esistere acqua allo stato liquido sulla loro superficie.
Oggi è il primo giorno dell'anno e abbiamo deciso di inaugurare il 2014 con una news astronomica, una notizia che racconta di quei mondi alieni che tanto ci fanno sognare e fantasticare.
Parliamo di due pianeti extrasolari, GJ 436b, che si trova nella costellazione del Leone a 36 anni luce dalla Terra e, GJ 1214b, nella costellazione dell'Ofiuco a 40 anni luce dalla Terra.